Marco Travaglio critica la sinistra sul caso Vannacci
Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha espresso critiche severe nei confronti della sinistra italiana durante il talk show politico ‘Accordi&Disaccordi’, in onda sul canale Nove. Secondo Travaglio, la sinistra ha trasformato il generale Roberto Vannacci da un ‘mediocre scrittore’ a un ‘evento nazionale’ e un ‘idolo della destra’.
Travaglio ha sottolineato come lo stesso Vannacci avesse dichiarato di essersi autoprodotto il suo libro, aspettandosi di vendere solo poche centinaia di copie. ‘Invece è arrivato a quasi 300mila grazie al fatto che la stampa di sinistra ha cominciato a parlarne come se fosse l’unico libro che c’era in circolazione’, ha detto il giornalista.
L’effetto boomerang della pubblicità involontaria
Secondo Travaglio, la sinistra ha fatto a Vannacci una pubblicità insperata dedicandogli centinaia di articoli sui principali quotidiani italiani. ‘Questo è il tafazzismo della sinistra in generale’, ha detto Travaglio, criticando il fatto che si sia parlato del libro per giorni interi, trasformando Vannacci in un idolo.
Il giornalista ha definito il libro di Vannacci come ‘molto mediocre’ e ‘scritto male’, con contenuti che spaziano dalle ‘chiacchiere da bar’ a uscite comprensibili, considerando l’intollerabilità del politicamente corretto. Tuttavia, ha sottolineato come alcune affermazioni del generale siano inaccettabili.
Il passato di Vannacci nell’esercito
Travaglio ha anche fatto luce sul passato di Vannacci nell’esercito, affermando che i suoi superiori erano consapevoli della sua personalità controversa. ‘Se ne erano accorti anche nell’esercito di chi era Vannacci, altrimenti non l’avrebbero parcheggiato in un ufficio dove si occupava di cartografia‘, ha detto il direttore del Fatto Quotidiano.
Nonostante un curriculum impressionante che include missioni in Afghanistan e rappresentanza in Russia, Vannacci è stato relegato a un ruolo meno operativo. Questo, secondo Travaglio, dimostra che i suoi superiori avevano già capito chi fosse realmente.
Salvini e la candidatura di Vannacci
Travaglio ha poi parlato della scelta di Matteo Salvini di candidare Vannacci per la Lega, definendola una mossa strategica. Tuttavia, il giornalista è scettico sull’efficacia di questa strategia. ‘Salvini ci è saltato sopra, dato che i voti non li prende più lui, pensa che li prenderà con Vannacci. Temo che sarà deluso’, ha affermato.
Secondo Travaglio, chi già votava per la Lega è il pubblico che legge il libro di Vannacci. Pertanto, la candidatura del generale non porterà nuovi voti al partito, ma potrebbe solo sottrarne alcuni a Fratelli d’Italia. ‘Non vedo grandi travasi, non vedo masse che si spostano’, ha concluso il giornalista.
Le implicazioni politiche
La questione Vannacci solleva dunque riflessioni più ampie sulle dinamiche politiche italiane. Travaglio sottolinea come la strategia mediatica della sinistra abbia avuto un effetto boomerang, rafforzando involontariamente la popolarità di una figura controversa.
La vicenda evidenzia anche la crescente polarizzazione del dibattito politico italiano, in cui figure come Vannacci diventano simboli di contestazione contro l’establishment, anche se con contenuti discutibili. La sinistra, nel tentativo di smontare Vannacci, ha finito per amplificarne la voce.