Giustizia: la Volta Buona della Riforma? Carriere e CSM, il Governo Apre al Confronto
La riforma della giustizia, in particolare la separazione delle carriere dei pubblici ministeri (pm), è un tema che ha attraversato decenni di politica italiana. Da Bettino Craxi ai Radicali, passando per Silvio Berlusconi e la Bicamerale di Massimo D’Alema, questa riforma è stata oggetto di promesse e dibattiti continui.
Oggi, il governo di Giorgia Meloni, con un accordo politico in maggioranza e la presenza di Carlo Nordio come ministro della Giustizia, sembra determinato a portare avanti questa riforma. L’obiettivo è di presentare un testo al Consiglio dei ministri entro maggio, sotto forma di disegno di legge costituzionale.
Un Nuovo Consiglio Superiore della Magistratura
La riforma prevede l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM) e di un’Alta Corte con membri sorteggiati, incaricata di giudicare i magistrati sia giudicanti che requirenti. Si discute anche della possibilità di riformare l’articolo 112 della Costituzione per rendere l’azione penale discrezionale, abbandonando l’attuale obbligatorietà.
L’equilibrio però è delicato. Carlo Nordio è alla ricerca della formula giusta per evitare le insidie che hanno bloccato il dibattito in passato. Nel suo libro ‘In attesa di giustizia’ scritto con Giuliano Pisapia, Nordio sottolineava l’importanza di ‘dialogare in punta di fioretto’ piuttosto che ‘entrare con la clava nella cristalleria’.
Una Piccola Apertura da Parte dell’ANM
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, ha espresso la volontà di confrontarsi con il ministro Nordio sulla riforma prima che diventi legge. ‘Un contributo tecnico è necessario’, ha dichiarato Santalucia, suggerendo un dialogo costruttivo.
Nel governo, il dialogo è visto come positivo, purché non si trasformi in un tentativo di bloccare la riforma. La prossima settimana, dal 10 al 12 maggio, l’ANM si riunirà in congresso: sarà un momento cruciale per comprendere se una collaborazione è possibile.
Scetticismo e Critiche dall’Opposizione
Nonostante l’apertura al dialogo, c’è ancora molta incertezza. Gian Domenico Caiazza, capolista alle Europee per la lista Stati Uniti d’Europa, ha sollevato dubbi sulla tempistica e sulla mancanza di un testo scritto. ‘Come mai non c’è ancora un testo scritto?’ ha domandato Caiazza.
Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha espresso scetticismo: ‘La riforma della giustizia non si farà mai con questo governo. Il ministro Nordio continua a fare chiacchiericcio, non abbiamo visto niente’. Enrico Costa di Azione ha parlato di ‘scopo evidentemente dilatorio’ e ha sottolineato come un testo base sia pendente alla Camera da un anno e mezzo.
Un Passato di Tentativi Falliti
La storia della riforma è costellata di tentativi falliti. La ‘riforma Castelli’ del 2002 iniziò l’iter parlamentare ma si arenò dopo il rinvio del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Il governo Prodi e il ministro Clemente Mastella riuscirono solo a inserire un limite ai passaggi di carriera.
Nel 2013, la raccolta firme dei Radicali finì nel vuoto. La proposta di un ddl costituzionale dell’Unione camere penali italiane si paralizzò tra il 2017 e il 2020. Il referendum del 2022 sulle porte girevoli, lanciato da Lega e Radicali, non raggiunse il quorum.
Il Futuro della Riforma
Oggi, nonostante l’accordo politico, manca ancora un testo capace di reggere quattro letture parlamentari e un eventuale referendum. Tuttavia, il governo Meloni sembra determinato a portare avanti questa riforma, sperando che questa sia finalmente la volta buona.