Matteo Berrettini trionfa a Marrakech e loda Sinner: una fonte d’ispirazione
Il ritorno vincente di Matteo Berrettini sui campi da tennis si colora delle sfumature intense della terra rossa di Marrakech, dove l’azzurro ha segnato il suo primo trionfo stagionale al Grand Prix Hassan II, un Atp 250 dal montepremi di 579.320 euro. Il successo arriva dopo un lungo periodo di assenza, sette mesi lontano dai riflettori a causa di un infortunio, che ha costretto il tennista romano a una discesa vertiginosa nel ranking mondiale, fino alla posizione numero 135. Una vittoria, la sua, non solo sul campo ma anche e soprattutto nella battaglia personale contro il tempo e le difficoltà fisiche.
Il match che ha visto Berrettini prevalere con un netto 6-2 6-1 contro Alexander Shevchenko, tennista di origini russe ora sotto la bandiera del Kazakhstan, non è stato solo un ritorno al successo ma anche la dimostrazione di una resilienza e di una forza mentale notevoli. Il romano, che non saliva sul gradino più alto del podio in un torneo di questa fascia dall’Open degli USA dell’anno precedente, ha mostrato segnali di una ripresa che potrebbe riservare ancora molte sorprese.
La rinascita sulla terra rossa e l’ispirazione Sinner
La scelta di ritornare in gioco proprio su un campo in terra rossa e in una location esotica come il Marocco non è stata casuale. Questa superficie, nota per richiedere un gioco più fisico e tattico, sembra essere stata il terreno ideale per Berrettini per testare il proprio stato di forma e iniziare il suo percorso di rinascita nel circuito. Ma oltre alla terra rossa, un altro elemento ha giocato un ruolo fondamentale nella rinascita dell’italiano: Jannik Sinner. L’ascesa del giovane talento altoatesino, che recentemente ha conquistato il torneo di Miami salendo al numero due del ranking mondiale, è stata di ispirazione per Berrettini.
«Le vittorie di Jannik, che merita tutto quello che sta ottenendo, spingono tutti noi a dare il meglio del meglio», ha dichiarato Berrettini, evidenziando come la performance straordinaria del compagno non solo lo abbia motivato durante i momenti difficili, ma continui a essere un punto di riferimento per il suo rientro in gioco. Il legame tra i due atleti, rinforzatosi anche durante i momenti condivisi in Coppa Davis, emerge come un esempio di come la camaraderia e il rispetto reciproco possano essere di stimolo nel mondo altamente competitivo del tennis professionistico.
Un rientro carico di energia e prospettive future
«Sette mesi senza giocare sono tanti… mi è mancato ed è per questo che ho così tanta energia», ha confessato Berrettini, sottolineando come la lontananza forzata dai campi da tennis abbia riacceso in lui la passione e la voglia di competere. Questa energia ritrovata è stata evidente nel corso del torneo di Marrakech, dove Berrettini ha dimostrato non solo di essere tornato fisicamente in forma ma anche di avere recuperato quella concentrazione mentale necessaria per affrontare e superare gli avversari.
Il percorso di Berrettini nei prossimi mesi sarà da osservare attentamente. Con il ranking protetto che gli ha permesso di partecipare al torneo marocchino, l’italiano ha ora l’opportunità di risalire la classifica mondiale e riconquistare quella posizione di prestigio che già in passato lo aveva visto tra i protagonisti del circuito ATP. La sua prossima sfida sarà contro lo spagnolo Jaume Munar, numero 73 del mondo, un incontro senza precedenti che potrebbe rivelarsi un ulteriore tassello nella sua rinascita sportiva.
La vittoria a Marrakech non rappresenta solo un trofeo in più nella bacheca di Matteo Berrettini, ma segna il punto di partenza di una nuova fase della sua carriera. Tra ritorni triomfali, ispirazioni reciproche e la determinazione di lasciarsi alle spalle un periodo complicato, il tennis italiano continua a vivere momenti di grande entusiasmo, guardando con fiducia e ottimismo al futuro.