Il quadro dei mercati dopo il verdetto della Fed: incertezze e attese
In un contesto di crescente incertezza, i mercati finanziari globali mostrano segnali contrastanti. L’indomani del verdetto della Federal Reserve, le borse europee hanno avviato la giornata con un atteggiamento cauto, mentre i dati dell’inflazione e le decisioni di politica monetaria tengono gli investitori in sospeso. La Banca d’Inghilterra (BoE) è attesa al varco, con previsioni che indicano il mantenimento dei tassi di interesse al 5,25%, mentre gli indici manifatturieri dell’Eurozona forniscono segnali di un lento recupero economico.
Le parole del presidente della Fed, Jerome Powell, hanno riacceso il dibattito sul futuro dei tassi d’interesse. Benché abbia aperto alla possibilità di un taglio dei tassi nel corso dell’anno, Powell ha escluso che ciò possa avvenire già a marzo. La sua dichiarazione suona come un campanello d’allarme per i mercati, che già digeriscono l’ipotesi di un approccio prudente da parte della banca centrale americana.
Reazioni dei listini e movimenti delle valute
Nei mercati europei, l’indice Ftse Mib di Milano segna un calo dello 0,35%, mentre Londra, Francoforte e Parigi registrano perdite frazionate. Il focus è rivolto all’area euro, dove il tasso d’inflazione annualizzato segnala un rallentamento al 2,8% a gennaio, in linea con le attese. Il settore manifatturiero, pur in contrazione, mostra segnali di miglioramento con la produzione e i nuovi ordini ai livelli più alti degli ultimi dieci mesi.
Sul fronte valutario, l’euro registra un leggero calo, scendendo sotto la soglia di 1,08 dollari, in risposta alla decisione della Fed di mantenere i tassi invariati per la quarta volta consecutiva. La divisa unica perde terreno anche nei confronti dello yen, mentre il cambio dollaro/yen rimane stabile.
I mercati asiatici tra alti e bassi
La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo, con l’indice Nikkei 225 che arretra dello 0,76%. I mercati asiatici mostrano un andamento misto, con Hong Kong in rialzo e Shanghai in calo, nonostante i segnali di una possibile ripresa economica cinese. In Corea del Sud, il Kospi guadagna terreno, spinto da un incremento delle esportazioni verso la Cina e dall’aumento delle vendite di chip.
Le azioni asiatiche si muovono in modo contrastato, rispecchiando le perdite a Wall Street, che hanno segnato il peggiore calo da settembre. La Fed, mantenendo il suo principale tasso di interesse invariato, ha chiarito che non prevede tagli finché non sarà acquisita una maggiore fiducia nella direzione dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. “Non stiamo affatto dichiarando vittoria”, ha affermato Powell, allineando così gli investitori a una visione di maggiore cautela.
Aspettative e prospettive
Il taglio dei tassi, sebbene non immediato, rimane una possibilità nell’orizzonte temporale della Fed. Kevin Thozet di Carmignac sottolinea che “lo scenario ‘goldilocks’, di un equilibrio di crescita moderata e inflazione in calo, è in pieno atto”. Tuttavia, la Fed intende operare con prudenza, evitando di agire come un market mover, e si atterrà a un piano basato sulla dipendenza dagli indicatori economici, in attesa di ulteriori dati sull’inflazione e sul mercato del lavoro prima della prossima riunione di marzo.
L’andamento dei listini europei riflette questi equivoci globali, con il Ftse Mib che segna un lieve calo e gli spread che osservano variazioni minime. Il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni segna un lieve aumento, attestandosi a 156 punti base. Anche il prezzo del petrolio continua la sua altalena, con le quotazioni in rialzo sui mercati asiatici nonostante un aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti.
In questo contesto, gli investitori rimangono vigili, analizzando i dati macroeconomici e le dichiarazioni delle banche centrali per individuare la direzione dei mercati. L’attenzione è rivolta soprattutto alla Fed e alla BoE, le cui prossime mosse potrebbero offrire indizi più chiari sul futuro della politica monetaria e sui possibili scenari economici a medio termine.