La polizia evacua gli studenti da Sciences Po: tensioni a Parigi
La mattina del 9 maggio ha visto un nuovo capitolo della tensione tra studenti pro-Palestina e le autorità francesi. Presso l’Università Sciences Po di Parigi, la polizia ha evacuato con la forza gli studenti che avevano occupato l’istituto dalla sera precedente. Questo intervento arriva a meno di due settimane da un precedente sgombero che aveva già creato polemiche e critiche verso l’approccio delle autorità verso il movimento studentesco. Secondo la questura di Parigi, l’operazione si è conclusa senza incidenti, con 91 studenti evacuati, mentre la ministra dell’istruzione superiore, Sylvie Retailleau, ha invocato un mantenimento dell’ordine nelle università.
La nuova occupazione era stata innescata da un incontro tra l’amministrazione e gli studenti, avvenuto il 2 maggio, che aveva deluso le aspettative di questi ultimi. Le richieste degli studenti, in particolare l’istituzione di un comitato investigativo sui rapporti tra Sciences Po e le università israeliane, non hanno trovato ascolto, portando a una rinnovata occupazione dell’ateneo. «Purtroppo l’assemblea è stata una farsa», ha dichiarato Pierre, uno studente coinvolto nelle proteste.
Una mobilitazione crescente contro la situazione in Palestina
La decisione di occupare nuovamente l’università è stata presa in segno di protesta per la mancata apertura al dialogo da parte dell’amministrazione su temi sensibili come la situazione in Palestina. Gli studenti, molti più numerosi rispetto alla precedente occupazione, si sono organizzati per passare la notte all’interno degli edifici, svegliandosi poi con la notizia dell’arrivo imminente della polizia. «Eravamo molti di più della settimana scorsa», ha sottolineato Pierre, evidenziando la determinazione del movimento studentesco.
Nonostante un tentativo di resistenza pacifica da parte di alcuni studenti, che si sono seduti nella hall incrociando le braccia, l’amministrazione ha chiuso l’accesso al campus, e la polizia ha proceduto con lo sgombero. Questo evento non è isolato: nelle ultime settimane, la Francia ha assistito a numerose proteste e occupazioni universitarie, spesso terminate con l’intervento delle forze dell’ordine. Anche altre città, come Lione, Lille e Saint-Etienne, hanno visto mobilitazioni simili, segno di un malcontento diffuso tra gli studenti.
Un fenomeno che si estende oltre i confini nazionali
Le proteste degli studenti francesi si inseriscono in un contesto più ampio di mobilitazioni internazionali legate alla situazione in Palestina. Anche negli Stati Uniti e in altre parti d’Europa si sono registrate manifestazioni studentesche, spesso affrontate con misure di sicurezza stringenti da parte delle autorità. La rapidità con cui le forze dell’ordine intervengono per sgomberare le occupazioni testimonia la tensione attuale tra le istanze studentesche e le autorità accademiche e statali.
«È una situazione senza precedenti», ha commentato Pierre, riferendosi alla reazione delle autorità alle proteste di Sciences Po. La doppia occupazione dell’università parigina, in particolare, ha marcato un punto di svolta nell’atteggiamento dell’amministrazione e delle forze dell’ordine nei confronti delle manifestazioni studentesche. Nel pomeriggio, ulteriori proteste si sono svolte a Place du Panthéon, raccogliendo l’appello di diversi sindacati studenteschi, a dimostrazione della continua volontà di lotta degli studenti per le loro cause.
La dinamica degli eventi a Sciences Po riflette una crescente polarizzazione intorno alle questioni di diritti umani e solidarietà internazionale. Gli studenti, attraverso le loro azioni, cercano di portare all’attenzione pubblica temi spesso trascurati, ma si scontrano con l’esigenza di mantenere l’ordine pubblico e la normalità accademica. Questo conflitto di interessi mette in luce la complessità delle sfide contemporanee nel campo dell’educazione e della mobilitazione giovanile.