Il Nuovo Decreto Coesione: Sanzioni più Severe per chi Impiega Manodopera Irregolare
Con l’introduzione del Decreto legge Coesione, approvato dal governo lo scorso 30 aprile, si inaspriscono le sanzioni per i committenti che affidano lavori edilizi a imprese con manodopera irregolare. Una novità di particolare rilievo riguarda l’obbligo per il committente di ottenere, prima della conclusione dei lavori, un’attestazione di congruità del costo della manodopera per interventi edilizi a partire da 70mila euro. Questo abbassamento della soglia interessa una vasta gamma di ristrutturazioni domestiche, ponendo l’accento sulla lotta al lavoro nero nel settore.
Le Sanzioni Introdotti dal Decreto
Il Decreto legge Coesione, in linea con le disposizioni già tracciate dal decreto Pnrr e dalla sua conversione in legge (n.56 del 2024), stabilisce una sanzione amministrativa che oscilla tra 1.000 e 5.000 euro. Questa multa viene applicata al committente nel caso in cui il saldo finale dei lavori venga effettuato senza una precedente verifica positiva della situazione lavorativa dell’impresa edile incaricata o senza che questa abbia regolarizzato eventuali posizioni irregolari.
L’Impatto sui Lavori Privati e Pubblici
Oltre a incidere sui lavori edilizi privati, il decreto estende le sue implicazioni anche agli appalti pubblici. I responsabili dei progetti, così come i committenti privati, sono tenuti a garantire la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva. Prima dell’entrata in vigore del Decreto Coesione, l’assenza di un attestato di congruità negli appalti pubblici comportava sanzioni solo per lavori dal valore superiore ai 150mila euro, soglia ora abolita, rendendo più stringenti i controlli e le valutazioni di performance per i responsabili di progetto.
Le Conseguenze Amministrative e Penali
La violazione delle nuove disposizioni comporta serie conseguenze non solo sul piano amministrativo ma anche penale. L’accertamento di una violazione comporta la comunicazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), incidendo direttamente sulla qualificazione delle stazioni appaltanti. Oltre alle sanzioni amministrative, il decreto Pnrr ha introdotto o incrementato le sanzioni pecuniarie e le pene detentive per varie fattispecie di lavoro irregolare. L’impiego di manodopera senza regolare comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro vede un aumento significativo delle multe, che ora possono arrivare fino a 46.800 euro per lavoratore in caso di periodi di impiego superiori ai 60 giorni.
Un Passo Avanti nella Lotta al Lavoro Nero
Questo inasprimento delle pene riflette la volontà del legislatore di combattere in maniera più efficace il fenomeno del lavoro nero nel settore edilizio, un settore storicamente sensibile a queste problematiche. L’introduzione di sanzioni più severe, insieme all’abbassamento della soglia per la verifica della congruità del costo della manodopera, rappresenta un chiaro segnale verso un impegno più rigoroso nella tutela dei lavoratori e nella promozione di una concorrenza leale tra le imprese.
La necessità per i committenti di verificare la regolarità delle imprese edili prima del saldo finale dei lavori, unita all’estensione delle verifiche anche agli appalti pubblici di minor entità, segna un importante cambiamento nelle prassi costruttive e appalti. La legislazione si muove, quindi, verso una maggiore responsabilizzazione dei committenti e dei responsabili di progetto, richiedendo un’attenta selezione delle imprese di costruzione e un monitoraggio costante delle condizioni lavorative. Questo approccio non solo mira a garantire l’equità e la sicurezza sul lavoro ma promuove anche un ambiente di lavoro più sostenibile e rispettoso delle normative vigenti.