Escalation in Yemen: tra preparativi di guerra e tensioni regionali
Il teatro del Medio Oriente si trova nuovamente al centro di crescenti tensioni, con gli occhi del mondo puntati sull’Yemen. Secondo quanto riportato dal quotidiano libanese Al Akhbar, vicino agli Hezbollah, i ribelli Houthi si stanno preparando ad affrontare un’eventuale offensiva militare statunitense. Le fonti citate dal giornale indicano che i ribelli yemeniti stanno monitorando da vicino le mosse degli Stati Uniti, aspettandosi operazioni sul terreno da parte delle forze americane.
Queste affermazioni emergono in un contesto già complesso, segnato da manovre militari che vedono coinvolte diverse nazioni. Di particolare interesse è l’esercitazione militare denominata “Desert Flag 9”, che ha visto la partecipazione di Arabia Saudita, Turchia, Oman, Kuwait, Francia, Corea del Sud, Regno Unito e Germania, svolgersi presso la base aerea di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti. È interessante notare che, nonostante le dichiarazioni degli Houthi, nessun report conferma la partecipazione diretta di unità israeliane, sollevando il sospetto che tali affermazioni siano strategiche per influenzare la percezione pubblica nei confronti delle leadership arabe.
Il quadro strategico nel Golfo e le incertezze sul campo
Le possibilità di un’operazione di terra in Yemen sollevano numerosi interrogativi. Dopo il ritiro degli Emirati Arabi Uniti dalla coalizione anti-Houthi guidata dall’Arabia Saudita nel 2019, sembra improbabile un loro rientro nel conflitto. Inoltre, un cessate il fuoco è in vigore dal 2022, sebbene la stabilità nella regione rimanga precaria. Tuttavia, la minaccia che gli Houthi rappresentano per il traffico marittimo nel Mar Rosso, colpendo gli interessi sia locali che di nazioni come Stati Uniti e Israele, potrebbe spingere verso nuove dinamiche di conflitto.
Nonostante le complessità, gli Houthi continuano a guadagnare popolarità nel mondo arabo, posizionandosi come sostenitori della causa palestinese. Questo aspetto, unito agli attacchi contro le navi civili, rende la situazione estremamente delicata per qualsiasi azione militare che possa essere intrapresa contro di loro, considerando le possibili ripercussioni interne per i paesi coinvolti.
Una possibile ripresa dei bombardamenti Usa
Di fronte a questo scenario, lo sviluppo più probabile sembra essere una ripresa delle operazioni militari statunitensi. Dall’inizio dei loro attacchi contro mercantili legati a Israele e ai suoi alleati, per manifestare sostegno a Gaza, gli Houthi hanno attirato l’attenzione delle forze armate americane. Il Centcom (Comando centrale degli Stati Uniti) ha recentemente confermato l’abbattimento di cinque droni lanciati dai ribelli, segno di un’escalation che potrebbe tradursi in un aumento significativo delle operazioni militari nella regione.
La situazione è ulteriormente complicata da un attacco missilistico contro una nave battente bandiera maltese, partita dal Gibuti e diretta in Arabia Saudita. Sebbene questo incidente non abbia causato danni o feriti, sottolinea la crescente tensione nell’area e la potenziale volatilità del conflitto yemenita, che continua a essere un punto critico nel panorama delle relazioni internazionali e della sicurezza nel Medio Oriente.
La dinamica di potere in Yemen, dunque, rimane un elemento chiave per comprendere le future mosse sia a livello regionale che globale. L’evoluzione del conflitto e le strategie adottate dalle varie parti in gioco saranno determinanti non solo per la stabilità dell’Yemen ma anche per l’equilibrio di forze nel Medio Oriente. In questo contesto, la comunità internazionale rimane in attesa di sviluppi, sperando in una soluzione che possa portare a una pace duratura nella regione.