La commozione di Manuela Cacco nell’incontro con Papa Francesco
La visita di Papa Francesco al carcere femminile della Giudecca ha segnato un momento di grande emozione per le detenute, in particolare per Manuela Cacco, la 61enne padovana condannata per il concorso nell’omicidio di Isabella Noventa. Durante l’attesa dell’arrivo del pontefice, l’ansia e l’emozione erano palpabili tra le detenute, ma per Manuela Cacco c’era un compito speciale: consegnare al Papa uno zucchetto bianco, realizzato nel laboratorio di sartoria del carcere. ‘Ho paura di sbagliare qualcosa’, aveva confidato ai suoi vicini, un timore superato grazie all’accompagnamento di Adriano Toniolo, responsabile per la cooperativa ‘Il Cerchio’.
La cerimonia di consegna è stata un momento di forte commozione per Cacco, che non ha potuto trattenere le lacrime di fronte a Papa Francesco. ‘È con immensa gratitudine che le detenute del laboratorio di sartoria insieme a tutto il personale della cooperativa sociale le consegnano questo dono confezionato con le nostre mani’, ha dichiarato, guardando il pontefice negli occhi, un momento carico di significato e speranza per tutte le detenute e il personale del carcere.
Un percorso di redenzione e speranza
La storia di Manuela Cacco è segnata da una tragica vicenda giudiziaria, ma anche da un percorso di redenzione. Condannata a 16 anni per il concorso nell’omicidio di Isabella Noventa, la cui scomparsa ha lasciato un segno indelebile nella comunità di Albignasego, Cacco ha dimostrato un impegno costante nel suo percorso di riabilitazione. Grazie alla sua collaborazione con gli inquirenti e al comportamento esemplare come detenuta, ha ottenuto il diritto al lavoro diurno fuori dal carcere, un passo importante verso il suo rilascio definitivo previsto per il 9 febbraio 2031, sebbene possa uscire prima grazie ai permessi premio.
Il suo impegno non si limita al lavoro fuori dal carcere, ma si estende al volontariato, un’attività che le ha permesso di offrire un contributo positivo alla comunità e di proseguire nel suo percorso di redenzione. La scelta di Cacco per la consegna dello zucchetto a Papa Francesco non è stata casuale, ma rappresenta il riconoscimento del suo impegno e della sua trasformazione.
Un messaggio di speranza e riconciliazione
L’incontro tra Manuela Cacco e Papa Francesco ha lasciato un segno profondo non solo nella vita della detenuta, ma anche in quella di tutte le persone presenti. La visita del pontefice al carcere della Giudecca è stata un momento di grande significato, portando un messaggio di speranza e riconciliazione. ‘La sua visita inaspettata ci riempie di gioia. Le chiediamo Santo Padre di portare con sé nel suo cuore le nostre speranze’, ha detto Cacco, facendosi portavoce delle detenute e del personale della cooperativa sociale Il Cerchio.
Il gesto di consegnare lo zucchetto, realizzato con il tessuto bianco proveniente dal Vaticano, non è stato solo un simbolo di gratitudine, ma anche di speranza. La presenza di Papa Francesco e il suo incontro con le detenute hanno rafforzato il sentimento di appartenenza a una comunità che, nonostante gli errori e le difficoltà, cerca un cammino di rinnovamento e speranza. Manuela Cacco, con la sua storia e il suo percorso di redenzione, incarna questa ricerca di un nuovo inizio, sottolineando l’importanza del perdono e della seconda possibilità.
La stretta di mano e le lacrime di Cacco durante l’incontro con il Papa rimarranno un simbolo potente di questo momento di incontro e di dialogo, un promemoria dell’impegno della Chiesa e della società nel sostenere percorsi di redenzione e riconciliazione. In questo contesto, la visita di Papa Francesco al carcere della Giudecca si inserisce in un più ampio discorso di umanità e vicinanza ai margini della società, ponendo le basi per un dialogo costruttivo e per la costruzione di un futuro migliore per tutti.