Tragedia a Villafranca: una vita spezzata e una comunità sotto shock
Nella tranquilla cittadina di Villafranca, un drammatico episodio di violenza ha sconvolto la comunità: Michael Boschetto, un uomo di 31 anni, è stato tragicamente assassinato. La notte fatale, secondo le testimonianze, è stata preceduta da una serie di aggressioni che hanno avuto come protagonista Giacomo Friso, un 34enne con un passato turbolento, appena uscito da una comunità di recupero a Breganze, in provincia di Vicenza.
«Mercoledì notte quel pazzo ha aggredito anche me», ha raccontato Jonathan Gobbato, testimone di uno degli attacchi. «Mi ha messo le mani al collo per strangolarmi». Questa aggressione casuale, avvenuta davanti al bar La Baraonda, è stata solo l’inizio di una serie di eventi che hanno culminato nell’omicidio di Boschetto, avvenuto all’alba del giorno seguente.
Una comunità in lutto: chi era Micheal Boschetto
Michael Boschetto, descritto dagli amici come una persona che stava cercando di ricostruire la propria vita, era ben voluto nella comunità. «Stava mettendo su casa con la morosa, Blen, una brava ragazza con cui voleva costruire una famiglia», ha detto Fabio Salvò, amico di lunga data della vittima. Nonostante un passato difficile, legato a problemi con la droga, Boschetto si era lasciato tutto alle spalle, impegnandosi in due lavori per realizzare i suoi sogni e quelli della sua compagna.
La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile tra i suoi cari e nella comunità di Villafranca, dove molti lo ricordano come un esempio di riscatto e determinazione. La tragedia ha scatenato un profondo senso di ingiustizia tra gli abitanti, indignati per la mancata prevenzione di un episodio così violento.
Le premonizioni ignorate: l’allarme non ascoltato
Nelle ore e nei giorni precedenti l’omicidio, diversi residenti avevano notato il comportamento erratico e minaccioso di Friso. Alcuni tra loro, come Nazareno Zanotto e Andrea Garavello, avevano persino avvertito le autorità della presenza e delle minacce dell’uomo, che si aggirava per il paese armato di coltello e pronunciando frasi inquietanti. «Non ho paura di morire», aveva detto Friso a Zanotto, in un’infausta presagio di ciò che sarebbe accaduto.
Nonostante gli avvisi e le segnalazioni, le misure prese dalle autorità locali non sono state sufficienti a prevenire l’azione fatale. L’indignazione dei cittadini si è accresciuta quando è emerso che, pur essendo intervenuti i carabinieri, Friso non era stato fermato prima che commettesse l’irreparabile.
Una comunità in cerca di risposte e giustizia
La morte di Michael Boschetto ha lasciato molte domande aperte, non solo sulle circostanze dell’omicidio, ma anche sui meccanismi di prevenzione e intervento in situazioni di potenziale pericolo per la comunità. Il forte desiderio di giustizia da parte degli amici e dei familiari della vittima è accompagnato dalla richiesta di riflessione su come episodi simili possano essere evitati in futuro.
La tragedia ha messo in luce la necessità di un maggiore impegno nella gestione delle persone con storie di violenza e disturbi psichiatrici, in modo da proteggere meglio i cittadini e prevenire che storie come quella di Michael Boschetto si ripetano. Mentre Villafranca piange la perdita di uno dei suoi figli, la comunità si stringe nel ricordo di Michael, sperando che la sua morte non sia stata vana, ma che possa portare a un cambiamento positivo nella sensibilità e nell’attenzione verso le questioni della sicurezza pubblica e della salute mentale.
Nel frattempo, l’eco della tragedia risuona oltre i confini di Villafranca, toccando cuori e menti in tutta Italia, con la speranza che simili episodi di violenza possano essere prevenuti attraverso un’azione congiunta e una maggiore consapevolezza da parte di tutti.