Il Governo punta a ridurre le ricette mediche inutili per combattere le lunghe liste d’attesa
Il sistema sanitario nazionale è alle prese con una sfida di non piccole proporzioni: ridurre le lunghe liste d’attesa che costringono milioni di italiani a posticipare le cure di cui necessitano. Una recente indagine dell’Istat ha messo in luce come questo problema sia la principale causa per cui circa 3 milioni di persone nel Paese scelgono di rinunciare alle cure. In risposta a questa situazione critica, il Governo ha annunciato l’introduzione di misure volte non solo ad aumentare l’offerta di prestazioni sanitarie, ma anche a regolamentare la domanda, mirando in particolare a limitare la pratica delle prescrizioni mediche eccessive.
Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato come una parte significativa delle prescrizioni, stimate intorno al 20%, sia in realtà superflua. Questa tendenza non solo contribuisce a ingolfare ulteriormente il sistema, ma rappresenta anche uno spreco di risorse economiche, quantificabile in circa 10 miliardi di euro all’anno. La cosiddetta “medicina difensiva”, praticata dai medici per evitare possibili cause legali, è tra le principali cause di questo fenomeno, portando spesso alla prescrizione di esami e visite non strettamente necessari.
Strategie e misure per l’appropriatezza prescrittiva
Il decreto atteso dal Consiglio dei Ministri mira a introdurre un meccanismo di controllo sull’appropriatezza delle prescrizioni. Una delle novità sarà l’obbligo per i medici di indicare il quesito diagnostico nella ricetta, seguendo lo standard internazionale Icd-9-cm. Questo permetterà un tracciamento più accurato delle prestazioni su base diagnostica, sfruttando i dati già raccolti, sebbene spesso incompleti. Inoltre, verrà stabilito un “tetto” alle prescrizioni per ogni medico, basato sul bacino di pazienti di riferimento. Il superamento di questa soglia attiverà un sistema di allerta che consentirà agli enti regionali di intervenire direttamente nei casi di prescrizioni eccessive.
Nonostante non siano previste sanzioni specifiche, il passato ha visto medici iper-prescrittori finire nel mirino della Corte dei conti per danno erariale. A supporto dell’iniziativa, l’Istituto superiore di Sanità sta elaborando linee guida per aiutare i medici a orientarsi verso prescrizioni più consapevoli, basate sulle evidenze scientifiche e sulle raccomandazioni delle società scientifiche.
Miglioramenti previsti anche sul lato dell’offerta sanitaria
Al fine di combattere le liste d’attesa, il decreto si propone di intervenire anche sul fronte dell’offerta di servizi sanitari. Tra le misure in esame vi è la possibilità per gli ospedali di “acquistare” prestazioni svolte in libera professione dai propri medici, un’attività nota come intramoenia. Questa soluzione potrebbe rappresentare un’importante leva per ridurre i tempi di attesa, permettendo ai medici di dedicare ulteriori ore al lavoro nell’ambito delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), oltre alle loro consuete otto ore.
Un altro aspetto cruciale riguarda la revisione del tetto di spesa per il personale sanitario, che attualmente limita le nuove assunzioni a un livello inferiore rispetto a quello del 2004, meno l’1,4%. Un primo passo verso il superamento di questa restrizione potrebbe essere incluso nel decreto, segnando un cambiamento significativo nella gestione delle risorse umane nel settore sanitario.
Risorse e monitoraggio per garantire tempi di attesa ridotti
Per assicurare l’efficacia delle nuove disposizioni, saranno allocate risorse aggiuntive dedicate al pagamento di straordinari per medici e infermieri. L’Agenzia dei servizi sanitari regionali (Agenas) avrà il compito di monitorare i tempi di attesa in ciascun ospedale, garantendo una gestione efficiente delle prestazioni mancanti su base regionale. L’obiettivo è quello di instaurare un controllo capillare che, sotto la guida centrale del Ministero della Salute, permetta di individuare e colmare le lacune nell’offerta sanitaria su tutto il territorio nazionale.
Con queste misure, il Governo intende affrontare in maniera concreta il problema delle liste d’attesa, attraverso un approccio che mira a ottimizzare sia la domanda che l’offerta di prestazioni sanitarie. La riduzione delle prescrizioni mediche inutili e l’aumento delle risorse per le attività sanitarie rappresentano due pilastri fondamentali di questa strategia, che punta a garantire a tutti i cittadini un accesso più rapido e efficiente alle cure.
Il successo di queste iniziative dipenderà dalla capacità di implementare efficacemente le nuove regole e dalle risorse che saranno effettivamente messe a disposizione. Inoltre, sarà cruciale il ruolo delle Regioni e dei professionisti del settore, chiamati a collaborare per il raggiungimento degli obiettivi comuni di miglioramento della qualità e dell’efficienza del servizio sanitario nazionale.