Massimo Cacciari critica la sinistra: “L’antifascismo non è più un discorso politico”
In un’intervista rilasciata durante la trasmissione Agorà su Rai3, il filosofo Massimo Cacciari ha espresso un giudizio severo sull’atteggiamento della sinistra italiana riguardo alla questione dell’antifascismo, sollevando una riflessione profonda sul significato attuale di questo concetto. Secondo Cacciari, la Costituzione italiana, “radicalmente antifascista”, rende superfluo il dibattito, poiché “essere fascisti o organizzare qualcosa che a che fare col fascismo è un reato”. L’ex sindaco di Venezia ha enfatizzato come l’antifascismo sia intrinsecamente legato ai “presupposti” della nostra Carta, riducendo a ininfluente il discorso politico su un presunto pericolo di ritorno ai totalitarismi del passato.
Cacciari ha poi criticato la tendenza di alcuni settori della sinistra a utilizzare l’antifascismo in modo strumentale, soprattutto alla luce del recente caso del monologo di Antonio Scurati non andato in onda su Rai. “Sventolare questo pericolo”, ha dichiarato, “è o stupido o è strumentale”. In questo modo, il filosofo sottolinea l’importanza di focalizzarsi su temi concreti come le riforme scolastiche e sanitarie, oltre alla tutela degli interessi delle classi meno abbienti, piuttosto che insistere su un antifascismo inteso come mera opposizione a fenomeni storici ormai superati.
La visione di Cacciari sulla politica italiana: tra antifascismo e riforme concrete
La presa di posizione di Cacciari si inserisce in un contesto politico nazionale in cui l’antifascismo, soprattutto per alcuni partiti di sinistra, sembra diventato un punto di riferimento quasi ossessivo, a discapito di discussioni su politiche pubbliche e riforme strutturali. L’ex sindaco, conosciuto per le sue riflessioni critiche e per essere stato un punto di riferimento intellettuale per la sinistra, invita quindi a un ripensamento strategico, suggerendo di superare le logiche di contrapposizione ideologica per concentrarsi sulle necessità reali della società.
“Mi dicano quali riforme vogliono fare sulla scuola, sulla sanità, come vogliono difendere oggi che sono tremendamente minacciati gli interessi di tutte le classi medie o meno abbienti”, ha esortato Cacciari, evidenziando la necessità di un impegno politico che vada oltre la semplice denuncia del fascismo come pericolo. Questa visione implica una critica non solo alla sinistra, ma a tutto lo spettro politico italiano, spesso prigioniero di retoriche del passato incapaci di indirizzare le sfide del presente.
Un antifascismo radicato nella Costituzione: oltre la politica
Il richiamo alla Costituzione da parte di Cacciari non è casuale. L’antifascismo, secondo il filosofo, è già un valore assoluto, integrato nella legge fondamentale dello Stato italiano, che non necessita di ulteriori dimostrazioni politiche. In questo senso, l’antifascismo non dovrebbe servire come strumento di divisione politica, ma come solido fondamento di un’etica pubblica condivisa, capace di orientare l’agire politico verso obiettivi concreti e inclusivi.
La critica mossa a chi “sventola pericoli rappresentati da qualche ritorno al passato” mira a smuovere la sinistra e l’intero panorama politico italiano da una retorica considerata ormai sterile e improduttiva. Cacciari, dunque, non nega l’importanza dell’antifascismo, ma ne contesta l’uso improprio, invitando a una riflessione più ampia sui veri problemi che la società italiana deve affrontare oggi.
Conclusione: un nuovo approccio all’antifascismo
L’intervento di Massimo Cacciari ad Agorà rappresenta un monito per la politica italiana, chiamata a riconsiderare le proprie priorità alla luce di un’interpretazione dell’antifascismo che sia al tempo stesso fedele ai principi costituzionali e attenta alle esigenze attuali della popolazione. In un’epoca in cui i pericoli per la democrazia sembrano assumere forme nuove e meno riconoscibili rispetto al passato, il compito di chi si impegna politicamente dovrebbe essere quello di garantire la difesa dei diritti e delle libertà fondamentali attraverso azioni concrete e riforme significative, piuttosto che limitarsi a una difesa ideologica da fantasmi storici.
La riflessione di Cacciari offre così una prospettiva critica sul ruolo dell’antifascismo nella politica contemporanea, suggerendo che il vero impegno antifascista oggi consista nel rafforzare il tessuto democratico e sociale del paese attraverso politiche inclusive e attente alle necessità di tutti i cittadini. La sua voce, autorevole e provocatoria, invita a una presa di responsabilità collettiva per un futuro in cui l’antifascismo sia vissuto come impegno quotidiano nella costruzione di una società più giusta e solidale, oltre le divisioni ideologiche del passato.