![Maternità e Politiche Pro-Vita: La Visione di Alessandra Kustermann in Italia 1 20240426 095225](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240426-095225.webp)
La visione di Alessandra Kustermann sulle politiche pro-vita e la maternità in Italia
La questione dell’interruzione di gravidanza e della presenza di associazioni pro-vita nei consultori italiani si accende di nuovi spunti critici. Alessandra Kustermann, stimata professionista al timone della Clinica Mangiagalli a Milano, solleva riflessioni pungenti sulle recenti direzioni prese dal governo in materia di politiche sulla maternità e sulla gestione della fertilità. “Le associazioni pro-vita nei consultori sono una crudeltà”, afferma con chiarezza in un’intervista rilasciata a La Stampa, mettendo in luce la complessità e la sensibilità del tema dell’aborto in Italia.
Il panorama italiano, secondo Kustermann, mostra una tendenza al ribasso per quanto riguarda le interruzioni di gravidanza, con un dato che colloca l’Italia tra i paesi con il minor numero di aborti in Europa. Una realtà che, a detta dell’esperta, dovrebbe spingere a una riflessione più ampia sulle cause alla base della scelta dell’aborto, piuttosto che sulla restrizione dell’accesso a tale pratica attraverso misure punitive o dissuasive.
La mutata realtà della maternità e le sfide delle donne
Le statistiche indicano un cambiamento significativo nel profilo delle donne che ricorrono all’aborto: se in passato erano prevalentemente donne già madri, oggi si assiste a un incremento delle interruzioni di gravidanza tra coloro che non hanno figli e non sono in una relazione stabile. “Se hanno deciso di non essere pronte, se le loro motivazioni sono forti, è impossibile far loro cambiare idea”, sostiene Kustermann, sottolineando come non sia questione di mera informazione ma di condizioni materiali e psicologiche che influenzano profondamente tale scelta.
La soluzione, per l’esperta, non risiede in incentivi economici minimi o in politiche restrittive, ma nel supportare concretamente le donne e le coppie nel percorso verso la genitorialità. “Nelle grandi città, come Milano, per l’affitto di un monolocale ci vuole uno stipendio”, evidenzia, indicando nelle difficoltà abitative e nella mancanza di una reale parità di genere gli ostacoli maggiori alla decisione di avere figli.
Politiche familiari e supporto alla genitorialità
Il ritorno al lavoro dopo soli tre mesi dal parto è un altro dei nodi critici evidenziati da Kustermann. La mancanza di un supporto familiare adeguato, come la possibilità di congedi parentali estesi e retribuiti anche per i padri, emerge come una delle principali preoccupazioni per le neomamme. “Perché dopo i cinque mesi obbligatori per la donna non iniziano i cinque mesi obbligatori e pagati per il padre?”, si chiede, sottolineando l’importanza di una condivisione delle responsabilità genitoriali per una società più equa.
Inoltre, la pratica dell’egg freezing viene menzionata come una possibile risorsa per quelle donne che, pur desiderando diventare madri, si trovano a dover rimandare questo passo a causa di circostanze personali o professionali. Tuttavia, Kustermann avvisa sul rischio che la fertilità diventi un business, distanziandosi dall’idea che la tecnologia possa sostituirsi a politiche sociali e familiari più eque e inclusive.
Una riflessione sul futuro della maternità in Italia
La posizione di Alessandra Kustermann apre a una riflessione profonda sulle politiche di sostegno alla famiglia e sulla necessità di affrontare le radici sociali e economiche che stanno dietro la scelta dell’aborto. La sua voce, forte dell’esperienza maturata sul campo e della sensibilità verso le dinamiche di genere, invita a un cambio di paradigma: da una visione restrittiva e moralista della maternità a un approccio più inclusivo e supportivo, che metta al centro le reali esigenze delle donne e delle coppie.
La sfida che l’Italia si trova ad affrontare è complessa e richiede un impegno trasversale da parte di tutte le istituzioni e della società nel suo complesso. Solo attraverso politiche attente e sensibili alle molteplici dimensioni della genitorialità sarà possibile incoraggiare una natalità consapevole e felice, in un Paese che sa offrire a tutte e tutti le condizioni per realizzare il desiderio di diventare genitori.