Il valore della lotta antifascista e le parole di Sergio Cofferati nel 79° anniversario della Liberazione
La celebrazione del 79° anniversario della Liberazione d’Italia dal giogo nazifascista è stata segnata dalle parole toccanti di Sergio Cofferati, che ha ricordato il coraggio e il sacrificio di coloro che si opposero alla tirannia con atti di resistenza civile e lavorativa. Parlando a Genova, città simbolo della lotta partigiana, Cofferati ha sottolineato come gli scioperi antifascisti del 1943 e 1944 furono momenti decisivi nella battaglia per la libertà e la democrazia in Italia.
“Ricordiamo un evento di straordinario valore, la riconquista della democrazia, nell’aprile del 1945 arriva a compimento la lotta di liberazione dal nazifascismo iniziata nel 1943”, ha dichiarato Cofferati, evidenziando l’importanza delle azioni di protesta che segnarono quel periodo storico. Gli scioperi nelle fabbriche e nelle campagne non furono solo un grido contro le condizioni di lavoro insostenibili, ma anche e soprattutto un’aspirazione alla libertà.
La reazione brutale del regime e il sostegno internazionale
Le conseguenze di quelle manifestazioni di dissenso furono però durissime. “Quegli scioperi così come quelli del 1944 produrranno una reazione violentissima da parte dei nazifascisti”, ha ricordato Cofferati, sottolineando il destino tragico di 1.488 lavoratori a Genova, deportati nei campi di sterminio tedeschi, simbolo della ferocia con cui il regime cercava di spegnere ogni forma di resistenza.
Nonostante il clima di terrore, l’Italia non fu sola. Cofferati ha voluto rimarcare l’importanza dell’aiuto internazionale che il Paese ricevette: “l’aiuto all’Italia concesso allora da altre democrazie del mondo, anche di Paesi lontani fu determinante per ottenere la nostra democrazia”. Un tributo commovente è stato reso ai soldati stranieri caduti in Italia, la cui memoria è incisa nelle lapidi sparse tra Toscana ed Emilia, simboli di un’alleanza che trascendeva i confini nazionali in nome della libertà.
Un appello alle nuove generazioni
L’ex sindacalista ha poi rivolto un messaggio potente ai giovani, eredi di una storia di lotta e sacrificio: “mettete voi l’accento sulla parola libertà, correggete voi gli errori della mia generazione affinché pace e libertà siano il fondamento dello stare insieme”. Attraverso il riferimento alla filastrocca “Accento sulla A” di Gianni Rodari, dedicata alla partigiana Luciana Romoli, Cofferati ha sottolineato l’importanza di ricordare e continuare a lottare per i valori di giustizia, pace e libertà.
La storia di “Luce”, la ragazza espulsa da tutte le scuole del Regno d’Italia per aver difeso una compagna ebrea e per essersi opposta al regime fascista, diventa un simbolo potente di resistenza morale, un esempio da seguire per non dimenticare le atrocità del passato e per costruire un futuro basato sul rispetto e sull’inclusione.
Concludendo il suo intervento, Cofferati ha ribadito l’importanza del 25 aprile come momento di riflessione collettiva e di impegno attivo: “non dimenticate storie come quella di Luce, continuate a coltivare e costruire la democrazia, perché è l’insegnamento più grande del passaggio di testimone”. Un invito a non dare per scontata la libertà conquistata, ma a lavorare ogni giorno perché essa rimanga il fondamento della convivenza civile, in Italia e nel mondo.
Il 79° anniversario della Liberazione si conferma così non solo una commemorazione del passato, ma anche un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro della democrazia, sottolineando il ruolo attivo che ciascuno è chiamato a svolgere per difendere e promuovere i valori di libertà e giustizia. Un messaggio di speranza e di responsabilità che da Genova si estende a tutta l’Italia, in un momento storico in cui il ricordo degli eventi passati diventa essenziale per orientare le azioni del presente e costruire le fondamenta di un domani più giusto e inclusivo.