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Una giornata di memoria e impegno: Firenze celebra il 25 Aprile
In una Firenze baciata dal sole di primavera, migliaia di cittadini, tra cui giovani, anziani e famiglie, si sono riversati nelle strade del centro storico per commemorare il 74° anniversario della Liberazione d’Italia. La giornata ha avuto inizio in piazza Unità Italiana con la solenne deposizione di una corona di alloro in memoria dei caduti, per poi snodarsi in un corteo che ha raggiunto la storica piazza Signoria, cuore pulsante delle celebrazioni.
Il momento clou dell’evento è stato il discorso di Stefano Massini, noto drammaturgo, che ha accolto la folla con parole di inclusione e riflessione: “Buongiorno a chi è qui per il 25 aprile e a chi è qui per imparare il suo significato”, a chi la pensa come me e a chi non la pensa come me. Queste parole hanno preceduto la lettura di un testo di Antonio Scurati, recentemente al centro di polemiche per una presunta censura. L’attenzione di Massini si è poi spostata sulla necessità di difendere la democrazia, non solo dalle azioni violente ma anche dalle parole che possono eroderne i fondamenti.
Il ricordo della lotta antifascista al centro delle celebrazioni
La celebrazione ha visto la partecipazione di diverse figure istituzionali, tra cui il sindaco Dario Nardella, che con una sciarpa rossa al collo ha sottolineato l’importanza di resistere e combattere per la libertà. “La libertà non si conquista una volta per tutte”, ha affermato Nardella, evidenziando come, nonostante le libertà fondamentali non siano direttamente a rischio in Italia, esistano forme di censura e discriminazione politica che minano i principi democratici.
Nell’ambito delle celebrazioni, non sono mancati riferimenti alle tragiche stragi nazifasciste che hanno segnato la storia di Firenze e della Toscana. Il sindaco ha ribadito il dovere di ricordare il fascismo e la Resistenza, rigettando qualsiasi forma di ambiguità o negazionismo storico. La memoria, ha detto, “non è il menù di un ristorante dal quale scegliere la portata che piace di più”.
La partecipazione popolare e le voci dei giovani
In piazza, tra le bandiere della Palestina e dell’Ucraina, simboli di attuali conflitti e lotte per la libertà, gli applausi si sono alternati ai canti di ‘Bella ciao’, emblema della resistenza antifascista. A dare voce alla nuova generazione, tre liceali hanno condiviso il loro impegno nel progetto ‘Percorsi resistenti’, sottolineando come l’antifascismo rappresenti una “fede positiva” verso un mondo libero dall’odio e dalla discriminazione che il fascismo ha generato.
La giornata si è conclusa in piazza Santo Spirito, dove almeno 2mila persone si sono raccolte per il tradizionale appuntamento del 25 Aprile antifascista. Anche in questa occasione, il rosso è stato il colore dominante, simbolo di un impegno che non conosce tregua. Dal palco sono stati commemorati i morti di via Mariti, con l’annuncio di una futura manifestazione contro la nascita di una base Nato a Rovezzano, mostrando un legame indissolubile tra la memoria storica e le attuali lotte per la giustizia e la pace.
Un’impronta indelebile nel tessuto civico di Firenze
Le celebrazioni del 25 Aprile a Firenze hanno dimostrato una volta di più come la memoria della Resistenza continui a essere un pilastro fondamentale dell’identità civica della città. La partecipazione trasversale, che ha visto accanto ai rappresentanti istituzionali anche molte associazioni e cittadini comuni, evidenzia il desiderio collettivo di non dimenticare le lezioni del passato. In questa giornata di ricordo, Firenze ha ribadito il suo impegno a difendere i valori della libertà e della democrazia, in un mondo dove le sfide per la giustizia e l’eguaglianza sono ancora molte.
Le parole di Massini e di altri oratori hanno riecheggiato come un monito: la lotta contro il fascismo e per la democrazia non è solo questione di passato, ma un impegno costante per garantire un futuro di pace e libertà. La città di Firenze, con il suo ricco patrimonio storico e culturale, si conferma ancora una volta come un faro di resistenza e speranza in tempi incerti.