Il 25 aprile a Milano si è trasformato in un palcoscenico di emozioni contrastanti, tra commemorazioni solenni e momenti di tensione. La celebrazione della Liberazione ha visto una partecipazione massiccia di cittadini, con stime che parlano di oltre 100mila persone riunite per ricordare la lotta contro il nazifascismo. Tra gli eventi salienti, il discorso di Antonio Scurati, che ha suscitato un lungo applauso in Piazza Duomo, e momenti di disordine legati alla presenza della comunità ebraica e a proteste filo-palestinesi.
Una Celebrazione della Memoria e del Presente
Il cuore di Milano ha battuto forte nel ricordo della Resistenza, con una Piazza Duomo gremita di partecipanti uniti dall’intento di commemorare la liberazione dall’oppressione nazifascista. La figura dello scrittore Antonio Scurati è emersa prepotentemente, quando, dal palco, ha letto un monologo in cui ha espresso preoccupazione per un’apparente reticenza nel pronunciare la parola antifascismo, nonostante il contesto del 25 aprile. Questo intervento, accolto da un caloroso applauso, ha evidenziato un forte legame tra passato e presente, sottolineando come la lotta per la libertà e la giustizia sia ancora viva e attuale.
Momenti di Tensione
Nonostante il prevalente spirito di unità, la giornata è stata segnata anche da episodi di tensione. Al termine del corteo, l’arrivo della comunità ebraica in Piazza Duomo ha suscitato reazioni contrastanti, con momenti di disordine provocati da un gruppo di giovani, descritti dalle forze dell’ordine come “nordafricani esagitati”. La situazione è stata gestita dalla polizia, che ha dovuto intervenire per mantenere l’ordine. Inoltre, sono state registrate contestazioni nei confronti della comunità ebraica lungo il percorso del corteo, con accuse e insulti che hanno risuonato tra le vie della città.
La difesa della memoria e della democrazia è stata al centro delle parole di Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah, che ha sottolineato l’importanza della partecipazione alla manifestazione come gesto di impegno civile e storico. La presenza della comunità ebraica, per Jarach, rappresenta un ponte tra il ricordo delle vittime dell’Olocausto e l’impegno per un futuro di pace e tolleranza.
La Polemica su Censura e Costituzione
Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, intervenendo dal palco, ha accusato una censura nei confronti di Scurati, considerandola un tradimento dei valori costituzionali dell’Italia. Il riferimento è alla decisione della Rai di non trasmettere il monologo dello scrittore, una scelta che ha sollevato non poche polemiche. L’Anpi ha espresso gratitudine nei confronti di Scurati per il suo contributo alla commemorazione e ha evidenziato l’importanza della libertà di espressione come pilastro della democrazia.
La giornata è stata segnata anche da critiche e contestazioni, in particolare da parte dei Giovani Palestinesi di Milano. Questi hanno espresso il loro dissenso rispetto a quanto percepito come una repressione delle loro voci, paragonando l’atteggiamento delle forze dell’ordine e degli organizzatori della manifestazione a quello del governo in carica. La loro presenza e le loro parole hanno evidenziato una frattura nel tessuto civile, portando all’attenzione pubblica questioni di giustizia e libertà che vanno oltre i confini nazionali.
Le autorità hanno gestito momenti di tensione, soprattutto in Piazza Duomo, dove la polizia ha dovuto intervenire per mantenere l’ordine. Gli scontri, fortunatamente, non hanno avuto esiti gravi, ma hanno messo in luce la complessità delle dinamiche sociali e politiche che caratterizzano l’Italia contemporanea.
La manifestazione del 25 aprile a Milano ha, dunque, riaffermato l’importanza della memoria storica nella vita pubblica italiana, mettendo in risalto sia la capacità di unire intorno ai valori della Resistenza sia le sfide che il Paese deve ancora affrontare per garantire libertà, giustizia e coesione sociale. La partecipazione di una moltitudine di cittadini, le voci di chi ha preso parola e i momenti di confronto, anche aspro, sono l’espressione di una democrazia viva, che continua a dibattersi tra passato e futuro.