![Tragedia in Montagna: Uno Spiraglio di Speranza tra le Nevi di Valfurva 1 20240426 004053](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240426-004053.webp)
La giornata di giovedì 25 aprile 2024 si è trasformata in un giorno di lutto per la comunità di Valfurva, in Valtellina, dove una valanga ha tragicamente travolto un gruppo di escursionisti sul Cevedale, causando la morte di un giovane di 26 anni residente ad Assago, in provincia di Milano. L’incidente, avvenuto poco prima delle 15 nei pressi della cresta dove sorge il bivacco Giancarlo Colombo sul Col de la Mare, ha visto coinvolti nove italiani, divisi in due gruppi su percorsi differenti al momento del distacco della massa di neve.
Un bilancio drammatico emerge dalle prime ricostruzioni dell’accaduto. Mentre cinque membri del gruppo procedevano su un versante, gli altri quattro, tra cui la vittima, avevano intrapreso la via normale della Punta Cevedale, a 3.350 metri. È in questo contesto che si è verificata la tragedia: la valanga, forse causata dallo stesso giovane che si è distaccato dai compagni, ha investito il gruppo senza dare scampo.
Interventi e soccorsi immediati
Non appena si è reso conto dell’accaduto, uno degli escursionisti travolti, miracolosamente riuscito a liberarsi dalla neve, ha attivato i soccorsi. Utilizzando l’apparecchiatura Artva, fondamentale per individuare il segnale di chi viene seppellito sotto la coltre bianca, ha cercato disperatamente il compagno. Nonostante gli sforzi, per il giovane di 26 anni non c’è stato nulla da fare.
Sul luogo dell’incidente sono prontamente intervenuti i tecnici del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, coadiuvati dagli elicotteri di Elisondrio ed Elibolzano. Questi ultimi hanno giocato un ruolo cruciale nel recuperare e riportare alla base le squadre di soccorso, dopo aver tristemente recuperato il corpo senza vita della vittima.
Una comunità in lutto
L’efficienza e il tempestivo intervento dei soccorritori non hanno purtroppo potuto evitare l’esito fatale di questa tragedia, che ha lasciato una comunità in lutto e ha sottolineato una volta di più i pericoli insiti nell’alpinismo e nelle escursioni in alta montagna. Il corpo dell’escursionista è stato recuperato con l’aiuto dei compagni e dei soccorritori, unendo in un tragico epilogo la solidarietà e il dolore per la perdita.
La Procura di Sondrio, informata dell’incidente, ha avviato le indagini affidandole ai militari del Sagf di Bormio. La salma è stata trasportata all’ospedale di Sondalo, dove lunedì sarà eseguita l’ispezione cadaverica e il riconoscimento da parte dei familiari. Un momento che sarà carico di emozione e dolore, in cui una famiglia dovrà confrontarsi con la perdita di un proprio caro, strappato alla vita da una natura tanto maestosa quanto imprevedibile.
La sicurezza in montagna
Questo tragico evento riporta alla luce l’importanza della sicurezza in montagna e del rispetto delle norme di prudenza durante le escursioni. L’utilizzo di attrezzature come l’Artva, che ha permesso di tentare un soccorso immediato, sottolinea come la preparazione e l’equipaggiamento possano fare la differenza nei momenti critici. Tuttavia, anche l’attrezzatura più avanzata non può garantire l’incolumità di fronte alla potenza e alla casualità degli eventi naturali, come dimostra dolorosamente l’esito di questa escursione.
La montagna, con la sua bellezza incontaminata, richiama ogni anno migliaia di appassionati e avventurieri. Quest’ultimo episodio, tuttavia, ricorda a tutti che il rispetto per l’ambiente e la consapevolezza dei rischi sono fondamentali per godere delle sue meraviglie senza mettere a repentaglio la propria vita. La comunità alpinistica, colpita da questo lutto, si stringe attorno ai familiari della vittima e a chi ha vissuto in prima persona la tragedia, con la speranza che episodi simili possano essere sempre più rari.