![Le stragi nazifasciste: un'ombra lunga da risolvere 1 20240425 153624](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240425-153624.webp)
La lunga ombra delle stragi nazifasciste: tra memoria e indennizzi
La visita di Sergio Mattarella a Civitella Val di Chiana ha riacceso i riflettori su uno dei capitoli più bui della storia italiana e tedesca: le stragi nazifasciste e la questione degli indennizzi alle vittime che, ancora oggi, rimane irrisolta. Il presidente della Repubblica ha toccato con mano il dolore ancora vivo dei parenti delle 244 vittime dell’eccidio del 29 giugno 1944, un dolore aggravato dalla consapevolezza che né la Germania né l’Italia sono disposte a risarcire i danni subiti, a causa di termini prescritti e di una lunga serie di ostacoli burocratici e giuridici.
Le battaglie legali e politiche riguardo alla riparazione dei danni di guerra e all’indennizzo delle vittime delle violenze perpetrate dal Terzo Reich si trascinano da anni, delineando un panorama complesso e spesso frustrante per i sopravvissuti e i loro discendenti.
Accordi e sentenze: il labirinto giuridico
La Germania federale, fin dal dopoguerra, ha stretto con l’Italia almeno due accordi significativi per il pagamento dei danni di guerra, l’ultimo dei quali, nel 1962, prevedeva un saldo di circa un miliardo e mezzo di euro al cambio attuale. Nonostante ciò, i governi tedeschi hanno sempre interpretato questi accordi come una conclusione definitiva della questione, rifiutandosi di pagare ulteriori indennizzi.
La posizione tedesca ha trovato conferma nella sentenza emessa dalla Corte dell’Aja nel 2014, che ha sancito il principio di immunità degli Stati, precludendo di fatto la possibilità di processare uno Stato per decisioni ritenute interne.
In Italia, il tentativo di sbloccare lo stallo è venuto dal governo Draghi, che nel giugno 2022 ha istituito un fondo da 61 milioni di euro destinato al risarcimento dei parenti e dei sopravvissuti delle stragi nazifasciste. Tuttavia, l’accesso a questo fondo è subordinato al riconoscimento del diritto al risarcimento da parte di un tribunale, un percorso ostacolato da scadenze e da una burocrazia spesso intransigente.
L’ostacolo italiano: l’Avvocatura dello Stato
Se da un lato la Germania ha chiuso le porte a eventuali risarcimenti ulteriori, dall’altro l’Italia mostra le proprie difficoltà nell’indennizzare le vittime. L’Avvocatura dello Stato, infatti, sta sollevando una serie di opposizioni e richieste di prove che complicano ulteriormente la situazione, specialmente per i procedimenti già in corso. Questa posizione rigida da parte dello Stato italiano non fa che aggiungere amarezza a una ferita mai veramente rimarginata, specialmente considerando che molti dei richiedenti sono ormai avanti con gli anni.
La scadenza definitiva per la presentazione delle richieste di risarcimento, fissata al 31 dicembre 2023, e la recente decisione del Parlamento di non prorogare i termini, segna l’ennesima delusione per chi ha sperato fino all’ultimo in un gesto di giustizia.
Il conto delle vittime e le speranze future
Le stragi nazifasciste hanno lasciato una cicatrice profonda nel tessuto sociale italiano, con oltre 23.000 morti tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, secondo le stime riportate da Paolo Pezzino nel suo volume ‘Atlante delle stragi nazifasciste in Italia’. Alla fine del 2023, le cause di risarcimento pendenti davanti ai tribunali italiani ammontavano a 780, un numero che testimonia la persistente ricerca di giustizia da parte delle vittime e dei loro familiari.
La questione degli indennizzi per le stragi nazifasciste rimane quindi un tema aperto e doloroso, un intrico di diplomazia, diritto internazionale e burocrazia nazionale che continua a negare a molte vittime e ai loro discendenti la chiusura di cui avrebbero disperatamente bisogno. La visita di Mattarella a Civitella Val di Chiana non è stata solo un momento di commemorazione, ma anche un rinnovato appello alla memoria e alla giustizia, in Italia come in Germania, affinché le atrocità del passato non rimangano senza una piena e dovuta risoluzione.