La Cassazione conferma le condanne per gli anarchici Cospito e Beniamino
La Corte di Cassazione ha posto la parola fine su uno dei processi più discussi degli ultimi anni, riguardante l’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano, datato 2006. Le figure centrali di questo processo, l’anarchico Alfredo Cospito e la sua compagna Anna Beniamino, hanno visto confermate le loro condanne a 23 anni e 17 anni e 9 mesi di reclusione, rispettivamente.
Nonostante le aspettative di una revisione delle pene, soprattutto da parte della difesa, che si affidava a una possibile riduzione della sentenza, i giudici della sesta sezione della Cassazione hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati, sia dalla Procura Generale di Torino che dalle difese degli imputati. Questa decisione segue le raccomandazioni del procuratore generale, che aveva sottolineato come il danno causato dall’attentato fosse di ‘particolare tenuità’, confermando così le sentenze precedenti.
Le richieste e le sentenze
La vicenda giudiziaria di Cospito e Beniamino ha avuto momenti di particolare tensione, soprattutto quando il procuratore generale di Torino aveva proposto per Cospito la pena dell’ergastolo, e per Beniamino una condanna a 27 anni e un mese. Le accuse mosse nei loro confronti spaziavano dall’associazione sovversiva con finalità di terrorismo all’eversione dell’ordine democratico, passando per l’attentato con finalità terroristiche fino all’istigazione a delinquere, aggravata dalla finalità di terrorismo.
La sentenza della Cassazione si fonda anche su un importante chiarimento da parte della Corte Costituzionale, la quale ha sottolineato come la natura dell’ergastolo richieda un bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, sostenendo così una visione più equilibrata della giustizia, anche in casi di alta tensione politica e sociale.
Manifestazioni e solidarietà
Alla vigilia della decisione della Cassazione, il quartiere Tuscolano di Roma è stato teatro di manifestazioni che hanno visto protagonisti diversi atti di vandalismo, tra cui l’incendio di cassonetti, la distruzione di uno sportello bancomat e il danneggiamento della vetrina di una banca, oltre al danneggiamento di un’auto causato dalle fiamme. Su un muro, tra le vie del quartiere, è apparso lo slogan ‘Alfredo e Anna Liberi’, a testimonianza della solidarietà di alcuni settori della società civile verso i due imputati. Gli episodi hanno richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine, impegnate nelle indagini su questi atti di protesta.
Questi gesti di solidarietà riflettono la divisione di opinioni riguardo al caso di Cospito e Beniamino, simboli per alcuni di una lotta contro l’ingiustizia e per altri esempi della necessità di mantenere l’ordine e la sicurezza pubblica di fronte a gesti di violenza e sovversione.
La detenzione di Cospito e le prospettive future
Alfredo Cospito si trova attualmente detenuto al regime del 41 bis nel carcere di Sassari, una condizione che ha sollevato non poche polemiche per la sua severità, visto il regime di alta sicurezza riservato ai reati di particolare gravità. La conferma della sua condanna e quella della sua compagna rappresentano l’ultimo capitolo di una lunga vicenda giudiziaria che ha tenuto banco per anni, sollevando questioni di diritto, di etica e di politica.
Il caso di Cospito e Beniamino rimarrà nella storia giudiziaria italiana come uno dei più emblematici della lotta tra lo Stato e le frange anarchiche, mettendo in luce le complessità di interpretare e gestire il concetto di giustizia in contesti di alto conflitto ideologico. Mentre le loro condanne diventano definitive, resta da vedere come la società italiana continuerà a riflettere e a reagire di fronte a simili episodi di tensione politica e sociale.