La Russia emette un mandato di arresto contro il campione di scacchi Garry Kasparov
In un’azione che evidenzia ulteriormente la portata della repressione contro i dissidenti da parte del Cremlino, il tribunale di Syktyvkar, in Russia, ha emesso un mandato di arresto in contumacia contro Garry Kasparov, iconico campione mondiale di scacchi degli anni ’80 e ’90 e acerrimo critico del regime di Vladimir Putin. Accusato di aver formato una “comunità terroristica” e finanziato “attività terroristiche”, Kasparov è solo uno dei più recenti bersagli in una serie di azioni legali che hanno colpito vari attivisti russi impegnati nella lotta contro l’attuale governo.
Secondo quanto riferito da fonti mediatiche russe e ucraine, insieme a Kasparov sono stati arrestati altri noti attivisti, tra cui Yevgeniya Chirikova, Ivan Tyutrin, ex direttore esecutivo del movimento di solidarietà russo, e l’ex deputato Gennady Gudkov. Queste misure sono state intraprese nella Repubblica dei Komi, su iniziativa del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb), aggiungendo un ulteriore capitolo alla lunga storia di repressione politica del paese.
Un dissidente in esilio
Kasparov, che ha lasciato la Russia nel 2013 per trasferirsi a New York, ha co-fondato il Free Russia Forum (Frf) insieme a Ivan Tyutrin nel 2016, cercando di offrire un’alternativa intellettuale al regime di Putin. Con l’invasione russa dell’Ucraina, Kasparov ha rafforzato le sue critiche verso il presidente russo, definendolo un attacco diretto all’umanità e accusando chiunque non sostenga l’Ucraina di complicità in un genocidio palesemente visibile. Le sue parole hanno risuonato a livello internazionale, sottolineando la brutalità dell’azione militare russa contro i civili e le infrastrutture civili in Ucraina.
Nonostante la distanza fisica, le autorità russe hanno incluso Kasparov nella lista di “terroristi ed estremisti” all’inizio di quest’anno, un segnale chiaro della sua continua influenza e della minaccia che rappresenta per il regime. La sua critica al governo russo, e in particolare a Putin, non si è mai attenuata, mantenendo un tono sfidante e accusatorio nei confronti del presidente russo.
La critica come forma di resistenza
La lotta di Kasparov contro Putin non si è limitata a semplici dichiarazioni pubbliche. Attraverso il suo lavoro con il Free Russia Forum, ha cercato di mobilitare l’opinione pubblica e le élite intellettuali contro quello che vede come un governo corrotto e autoritario. Le sue dichiarazioni mettono in luce una profonda comprensione della natura dei regimi autocratici, sottolineando come la trasparenza e l’apertura siano anatema per i dittatori, che preferiscono invece regimi in cui il bluff e l’inganno sono strumenti accettati di controllo.
La sua critica va oltre l’analisi politica, toccando una corda emotiva quando paragona le devastazioni causate dall’esercito russo in varie città al suolo, da Grozny a Aleppo e Mariupol. Queste osservazioni non solo evidenziano la distruzione fisica ma anche l’erosione sistematica della libertà di stampa e di espressione in Russia, un tema a lui particolarmente caro data la sua attività di oppositore e critico del regime.
Un futuro incerto
Il mandato di arresto contro Kasparov rappresenta l’ultimo tentativo del governo russo di mettere a tacere una delle sue voci più critiche. Nonostante la sua posizione di esilio, la determinazione di Kasparov a parlare contro l’invasione dell’Ucraina e il regime autoritario di Putin rimane incrollabile. La sua storia è emblematica della lotta di molti attivisti russi che, nonostante la distanza o le minacce alla loro sicurezza personale, continuano a lottare per la libertà e la giustizia nel loro paese e oltre.
La situazione di Kasparov e degli altri attivisti russi arrestati solleva interrogativi seri sulla libertà di espressione e sul diritto di opposizione in Russia. Con l’inasprimento delle misure repressive, la comunità internazionale osserva con preoccupazione, sperando in una risoluzione che ponga fine alla persecuzione politica e ristabilisca i principi democratici in Russia. La lotta di Kasparov contro il regime di Putin non è solo una questione personale ma simboleggia la resistenza globale contro l’autoritarismo e la soppressione delle libertà civili.