![Sentenza della Corte di Cassazione: impatto sui comuni italiani e il caso di Genova 1 20240424 130352](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240424-130352.webp)
La sentenza della Corte di Cassazione scuote i comuni italiani: il caso di Genova
La recente sentenza della Corte di Cassazione ha generato preoccupazione tra i comuni italiani, mettendo in discussione la legittimità delle multe emesse tramite autovelox e tutor non omologati. Genova, come molte altre città, si trova ora a fare i conti con le implicazioni di questa decisione giuridica, che potrebbe influenzare significativamente le entrate derivanti dalle sanzioni per eccesso di velocità. La vicenda ha preso le mosse da un avvocato di Treviso che, battendo il comune in tribunale, ha stabilito un principio chiaro: per essere operativi e quindi legali, i dispositivi di rilevazione della velocità devono essere omologati, non solo approvati dal Ministero dei Trasporti.
A Genova, la situazione è particolarmente delicata dato che la città dispone di due tipologie di impianti: il sistema Tutor, conosciuto commercialmente come Celeritas Evo 1506, e gli autovelox fissi, tra cui i modelli Celeritas Mvd 2020 ed Enves Evo Mvd 1605. La distinzione tra omologazione e approvazione, a lungo considerata marginale, assume ora un’importanza cruciale, potendo determinare la validità delle contravvenzioni emesse.
Confusione normativa e possibili conseguenze economiche
La confusione tra i termini “omologazione” e “approvazione” è stata alimentata da una circolare del Ministero dei Trasporti del 2020, la quale sosteneva una sostanziale equivalenza tra le due procedure, nonostante l’assenza di omologazione specifica per alcuni dispositivi. Questa interpretazione è stata però nettamente contraddetta dalla Corte di Cassazione, aprendo uno scenario problematico per le finanze comunali. Secondo l’assessore al Bilancio di Genova, Pietro Piciocchi, le entrate derivanti da autovelox e sistemi simili ammontano a circa 6-7 milioni di euro annui, una cifra non trascurabile per il bilancio della città.
Nonostante l’allarme, l’assessore alla polizia locale Sergio Gambino ha fatto sapere che il Comune è in attesa di un chiarimento formale dal Ministero delle Infrastrutture e che, fino ad allora, i dispositivi di rilevazione della velocità resteranno operativi. La speranza è che le novità contenute nel nuovo Codice della Strada, attualmente in fase di approvazione, possano risolvere le incertezze legate all’omologazione dei dispositivi.
Impatto sui cittadini e risposta del Codacons
La decisione della Corte di Cassazione potrebbe non portare a un’immediata ondata di ricorsi a causa delle strette maglie della legge, che prevede termini precisi per contestare le sanzioni. Tuttavia, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, sottolinea l’importanza di verificare l’omologazione degli autovelox per coloro che intendono impugnare le multe. Rienzi critica l’uso degli autovelox come strumento per finanziare le casse comunali e avverte che la sentenza non deve essere interpretata come un invito a trasgredire i limiti di velocità, sottolineando le potenziali negative conseguenze per la sicurezza stradale.
L’entità della sfida posta dalla sentenza della Cassazione ai comuni italiani è evidente. Se da un lato vi è la necessità di garantire che i dispositivi di rilevazione della velocità siano pienamente conformi alla legge, dall’altro lato emerge la preoccupazione per le possibili perdite economiche e per l’impatto sulla sicurezza stradale. Nel frattempo, Genova, come altre città, attende con ansia ulteriori chiarimenti normativi che possano dissipare le incertezze e garantire un equilibrio tra esigenze fiscali e sicurezza dei cittadini.
La questione dell’omologazione degli autovelox si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla sicurezza stradale e sulla trasparenza delle normative, richiamando l’attenzione non solo sulle implicazioni legali ma anche su quelle etiche dell’utilizzo di tali dispositivi. Mentre il dialogo tra comuni, ministeri e cittadini continua, resta chiaro che la priorità deve essere sempre quella di promuovere la sicurezza e prevenire gli incidenti, senza che questo si traduca in un onere ingiusto per i conducenti.