La comunità di Campolongo è stata scossa da un evento tragico che ha visto la prematura scomparsa del piccolo Francesco Pio, avvolta in un dramma che si svolge tra le mura domestiche e le responsabilità legali. L’indagine sulla morte del bambino, tragicamente avvenuta a causa dell’attacco di due pitbull, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone, tra cui i proprietari degli animali, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, gli zii Simone e Giuseppe Santoro, e la madre, Paola Ferrentino. L’accusa per tutti è di concorso in omicidio colposo per omessa custodia degli animali.
Una Comunità in Lutto
Il sindaco di Eboli, Mario Conte, ha proclamato il lutto cittadino, un gesto che sottolinea la profondità del dolore che ha colpito la comunità. La famiglia di Francesco Pio ha espresso il desiderio di seppellire il piccolo nel cimitero di Brignano, vicino alla tomba di una zia recentemente scomparsa, cercando così un luogo di riposo che abbia un significato familiare profondo e consolatorio.
Dettagli dell’Indagine e Reazioni
Il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, coordinatore delle indagini, ha descritto la vicenda come ‘dolorosa’ e ‘impressionante’, evidenziando la difficoltà di affrontare una tragedia di tale entità. Le indagini procedono per chiarire ogni aspetto della responsabilità, in una vicenda dove il dolore e la perdita si intrecciano a questioni di custodia e cura degli animali domestici. L’avvocato Daniele Olivieri, difensore di uno dei proprietari dei cani, ha portato alla luce il fatto che il pitbull padre dei due animali coinvolti sarebbe morto per un incidente, aggiungendo un altro strato di complessità al caso.
La Situazione degli Animali
I due pitbull sono stati sottoposti a sequestro, sia veterinario che giudiziario, e saranno abbattuti solo se risultassero affetti da rabbia. La mattina seguente all’attacco, uno dei cani è stato descritto come in cerca di affetto, mentre l’altro mostrava segni di aggressività, evidenziando una dicotomia nel comportamento che solleva interrogativi sulla loro precedente educazione ‘come bambini’ da parte dei proprietari, i quali non avevano figli propri.
Un Dettaglio Cruciale
Un aspetto fondamentale emerso dalle testimonianze è che il piccolo Francesco Pio si trovava tra le braccia dello zio Simone, il quale pare fosse abituale occuparsi dell’alimentazione dei cani. Questo dettaglio pone interrogativi sul motivo per cui, quella fatidica mattina, gli animali non fossero stati adeguatamente isolati o controllati, una circostanza che potrebbe aver contribuito tragicamente agli eventi.
Le vicende di Campolongo toccano corde profonde relative al rapporto tra uomini e animali, alla sicurezza domestica e alla responsabilità legale di fronte a tragedie evitabili. Mentre la comunità cerca di trovare pace e risposte, il ricordo del piccolo Francesco Pio rimarrà indelebile, un monito verso la necessità di maggiore attenzione e cura nella gestione degli animali domestici.