Scandalo nel carcere minorile di Milano: arresti e accuse di maltrattamenti
Nel cuore della giustizia minorile italiana, un’indagine senza precedenti ha scosso le fondamenta dell’Istituto Penale per Minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano. Lunedì, tredici agenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati, accusati di aver inflitto violenze fisiche e psicologiche ai detenuti minorenni. Altri otto, precedentemente in servizio presso lo stesso istituto, sono stati sospesi, mentre quattro risultano indagati senza però essere al momento sottoposti a misure cautelari.
Le origini dell’indagine
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Milano, trae spunto da segnalazioni allarmanti provenienti dalle madri dei giovani detenuti, dalle psicologhe dell’istituto e da Francesco Maisto, Garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Milano. Queste denunce hanno portato alla luce un presunto ‘sistema consolidato’ di abusi, come descritto dall’ordinanza emessa dalla giudice Stefania Donadeo, che ha disposto le misure cautelari.
Descrizione degli abusi
I detenuti minorenni avrebbero subito maltrattamenti di varia natura, principalmente in ambienti privi di videocamere, come le celle di isolamento o l’ufficio del capoposto. Le testimonianze raccolte dalle autorità e parzialmente diffuse dai media parlano di pestaggi, umiliazioni, minacce e insulti, inclusi quelli a sfondo razzista. Un detenuto ha riportato di aver perso sangue dalla bocca e di aver sofferto di dolori intensi a seguito delle violenze subite, arrivando a temere ritorsioni per aver denunciato gli abusi.
Gravi accuse contro gli agenti
Gli agenti coinvolti sono sotto accusa per maltrattamenti aggravati, tortura, lesioni e falso ideologico, con l’aggravante di aver abusato dei loro poteri e di aver agito su persone in condizioni di minorata difesa. Tra gli otto agenti sospesi figura anche Francesco Ferone, ex comandante della polizia penitenziaria al Beccaria, accusato di aver favorito e coperto gli abusi.
La reazione dell’istituto e le misure intraprese
La collaborazione del nuovo direttore del Beccaria, Claudio Ferrari, è stata fondamentale nell’emergere della verità. Ferrari, in carica da dicembre dello scorso anno, ha intrapreso ‘provvedimenti seri’ per far luce sugli abusi, come testimoniato dalle reazioni degli agenti stessi, sorpresi dalla sua determinazione nel collaborare con le autorità giudiziarie. Questa apertura ha portato a un significativo avanzamento nelle indagini.
Le testimonianze dei detenuti e la gravità degli abusi
Le vittime degli abusi hanno fornito alle autorità descrizioni dettagliate delle violenze subite. Una narrazione ricorrente è quella di essere stati ammanettati, picchiati, e in alcuni casi, isolati senza alcuna forma di comfort base come materassi, lenzuola o cuscini. Una testimonianza particolarmente inquietante racconta di un ragazzo accusato di aver appiccato un fuoco nella sua cella, che fu successivamente immobilizzato, aggredito fisicamente da più agenti e lasciato in isolamento in condizioni disumane.
Conclusioni preliminari dell’indagine
L’indagine ancora in corso sul carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano rivela una realtà sconcertante di violenze sistematiche e abusi di potere. Le misure cautelari adottate nei confronti degli agenti coinvolti e le sospensioni attestano la gravità delle accuse e la determinazione delle autorità giudiziarie e penitenziarie di fare giustizia. In questo contesto, emergono questioni profonde riguardanti la tutela dei diritti umani e la necessità di garantire che le istituzioni preposte alla rieducazione dei minori operino nel pieno rispetto della dignità e dell’integrità fisica e psicologica dei detenuti.