![La verità sugli autovelox: tra omologazione e approvazione 1 20240423 155005](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240423-155005.webp)
La rivoluzione degli autovelox: tra omologazione e approvazione
La recente sentenza della Corte di Cassazione ha acceso i riflettori su una questione che da anni genera confusione e dibattito nel mondo della regolamentazione del traffico stradale: l’omologazione degli autovelox. Secondo gli ultimi dettami giurisprudenziali, emerge con chiarezza che non è sufficiente la sola ‘approvazione’ di questi dispositivi da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), ma è imprescindibile anche l’ ‘omologazione’ da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Questa distinzione non è di poco conto, poiché conduce direttamente all’annullamento di una multa per eccesso di velocità contestata a un automobilista veneto, aprendo un nuovo scenario per tutti i conducenti.
In Italia, la situazione si complica ulteriormente poiché, a detta dei giudici, nessun autovelox ha completato il processo di omologazione. Questa lacuna è attribuibile all’assenza di un regolamento ministeriale adeguato che definisca gli ‘standard europei e nazionali’ per tali dispositivi. Di fatto, gli autovelox rimangono semplicemente ‘approvati’ dal Mit, una condizione che ora mette in dubbio la legittimità di innumerevoli sanzioni per eccesso di velocità.
Il dilemma delle multe: tra validità e ricorsi
Questa pronuncia della Suprema Corte non significa automaticamente che tutte le multe emesse in passato siano annullabili. La situazione attuale si presenta piuttosto sfumata: le sanzioni già pagate o per le quali sono scaduti i termini per fare ricorso non possono essere oggetto di contestazione. Tuttavia, chi si trova ancora nei tempi per impugnare una multa o chi ne riceverà una prossimamente potrebbe avere maggiori possibilità di vederla annullata, a patto di verificare l’effettiva omologazione dell’autovelox tramite accesso agli atti presso l’ente competente.
Nonostante l’apparente apertura data dalla sentenza, gli esperti avvertono che non ci sarà un’onda massiva di annullamenti. Il panorama giuridico rimane complesso e la decisione della Cassazione non ha valore di precedente vincolante per le cause future. In altre parole, ogni ricorso verrà valutato individualmente e non c’è certezza che l’esito sarà favorevole al ricorrente.
Le implicazioni future e il lavoro dei ministeri
La questione sollevata dalla Cassazione evidenzia una problematica di lunga data nel sistema di controllo della velocità sulle strade italiane. La ‘sostanziale equivalenza’ tra omologazione e approvazione, sostenuta in passato dal Mit, non trova più terreno fertile alla luce delle recenti interpretazioni giuridiche. La distinzione tra i due processi è ora un punto fermo, con conseguenze dirette sulla validità delle multe per eccesso di velocità.
Di fronte a questa situazione, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si trova a dover affrontare una sfida non da poco. L’obiettivo è quello di colmare le lacune normative esistenti, definendo con chiarezza i requisiti per l’omologazione degli autovelox. Solo così sarà possibile garantire trasparenza e legalità nel sistema di rilevamento delle infrazioni stradali, evitando ulteriori confusioni e garantendo ai cittadini una giusta tutela.
Intanto, la decisione della Cassazione si pone come un importante punto di riflessione per il legislatore, per i gestori delle strade e per gli automobilisti stessi. L’accesso agli atti diventa uno strumento fondamentale per chi decide di contestare una multa, evidenziando l’importanza di una maggiore trasparenza e di standard condivisi a livello nazionale ed europeo. Nel frattempo, l’attenzione rimane alta sulle prossime mosse dei ministeri coinvolti, in attesa di una soluzione definitiva che metta fine a un’epoca di incertezze.