La determinazione di Sinner: “Punto a diventare il numero 1”
Il giovane talento del tennis, Jannik Sinner, ha recentemente manifestato il proprio disinteresse per il Festival di Sanremo, affermando con chiarezza le sue priorità: “Non andrò a Sanremo, punto a diventare il numero 1“. Al ritorno da Melbourne, ha potuto sperimentare l’affetto del pubblico, ma rimane con i piedi per terra: “Sono contento di condividere tante emozioni con voi. Ma bisogna stare sempre pronti perché se da un lato si può fare bene, dall’altro si può anche fare male, quindi non bisogna mai abbassare la guardia”.
Di fronte alla domanda sul Festival, Sinner è stato irremovibile: “Sanremo? Farò il tifo da casa, è un bellissimo evento ma non posso fermarmi. Nei giorni di Sanremo io sarò in campo a prepararmi per i prossimi obiettivi”. L’obiettivo dichiarato è “Fare meglio negli Slam“. Nonostante il successo già ottenuto, il suo spirito competitivo lo spinge a voler sempre migliorare.
La sfida con Zverev e l’obiettivo olimpico
La strada di Sinner si potrebbe incrociare con quella di un altro grande del tennis, Alexander Zverev, definito dal giovane italiano come “tosto da battere e molto completo“. La prospettiva di un incontro con Zverev è per Sinner un’occasione per testare il proprio livello. Gli occhi sono anche puntati sulle Olimpiadi, dove Sinner potrebbe rappresentare l’Italia: “All’ipotesi di essere portabandiera non ho ancora pensato ma, come ho già detto, Parigi è un appuntamento fondamentale dell’anno”.
Non solo la competizione, ma anche l’esperienza olimpica è qualcosa che Sinner desidera vivere appieno: “Per portare una medaglia ma anche per vivere l’atmosfera, conoscere gli atleti di tutto il mondo“. L’aspirazione è alta: “E spero ovviamente che porteremo a casa molte medaglie“.
La semplicità e la professionalità di Sinner
Interrogato sulla sua qualità migliore, Sinner ha risposto con umiltà: “Alla fine penso che piaccia la mia semplicità e la mia normalità. Mi piace giocare al computer, ma anche mangiare un boccone da solo in camera. Cose semplici. Forse la mia qualità migliore è la mia professionalità”.
Sulla residenza a Montecarlo, Jannik ha spiegato: “Quando ho compiuto 18 anni e mi allenavo a Montecarlo, anche il mio allenatore viveva lì. Quindi mi è sembrato naturale. A Monaco ci sono tanti giocatori e strutture perfette, onestamente mi sento a casa. Ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi. Quindi no, non ho intenzione di spostarmi”.
La scelta del tennis e l’empatia nei momenti difficili
Nonostante le vittorie e il successo, Sinner rimane sensibile alle vicende che toccano la sua comunità. Dopo gli impegni romani, ha deciso di non tornare nella sua Sesto per festeggiare: “Non sono andato subito perché avrei tolto l’attenzione in un momento molto difficile. Pochi giorni fa c’è stato un incidente e due bambini sono morti insieme alla sua mamma. Non sarebbe il caso di fare una festa. Quindi ho preferito fare tutto qui”.
Infine, riflettendo sulle sue scelte di vita, Sinner non ha dubbi sulla sua passione per il tennis: “Ho pensato che se commetti un errore quando sei in pista, sei fuori. Il tennis ti dà sempre la possibilità di recuperare. Poi nello sci ti devi svegliare prestissimo, andare a -20 gradi al gelo… No, meglio il tennis”. La racchetta, quindi, non solo come strumento di vittoria ma anche come simbolo di resilienza e di una seconda chance sempre possibile.
Con la grinta e l’umiltà che lo contraddistinguono, Jannik Sinner continua il suo cammino nel mondo del tennis, con la chiara visione di dove vuole arrivare e il cuore sempre aperto alle emozioni che questo sport sa regalare.