Tragedia ad Eboli: bambino ucciso da due pitbull, il dibattito sulla sicurezza e la detenzione degli animali
La comunità di Eboli è stata scossa da un evento tragico che ha visto un bambino perdere la vita a causa dell’attacco di due pitbull. Questo incidente ha sollevato nuovamente il dibattito sulla sicurezza pubblica e sulla detenzione responsabile degli animali. Luigi Morena, responsabile dell’Unita operativa veterinaria del distretto di Eboli-Battipaglia della Asl, ha espresso il proprio sconcerto e ha fornito un’analisi dettagliata sulla gestione degli animali potenzialmente pericolosi.
Secondo il Dott. Morena, l’incidente mette in luce una mancanza di conoscenza da parte dei proprietari riguardo la detenzione di animali particolarmente forti come i pitbull. Ha sottolineato l’importanza dei corsi per ottenere i patentini per la detenzione di animali, che offrono un’istruzione su come gestire gli animali in sicurezza, sottolineando che iniziative del genere sono più diffuse in città come Milano, ma ancora scarse altrove.
La natura dell’attacco e le misure preventive
Il veterinario ha spiegato che i pitbull coinvolti nell’incidente non riconoscevano il bambino come parte della famiglia, il che ha scatenato la loro reazione aggressiva. L’intervento dei proprietari è stato necessario per poterli controllare, evidenziando così la complessità nel gestire situazioni di emergenza con animali di grande forza. In seguito all’attacco, i cani sono stati posti sotto sequestro sanitario, una prassi legale che serve a escludere il rischio di malattie come la rabbia, benché, come afferma Morena, il rischio effettivo sia basso.
La percezione comune dei pitbull come animali intrinsecamente pericolosi è stata messa in discussione dal veterinario, che ha ricordato come l’aggressività di questi cani spesso derivi dal modo in cui vengono addestrati dai loro proprietari. L’episodio di Eboli, in cui solo il bambino non familiare ai cani è stato attaccato, serve come triste conferma di questa dinamica.
La legislazione e le responsabilità dei proprietari
Il ritorno alla lista delle 17 razze considerate pericolose, un tempo in vigore in Italia, è stato proposto come misura per aumentare la sicurezza pubblica. Questa lista, che include i pitbull, prevedeva obblighi specifici per i proprietari, come l’assicurazione obbligatoria e l’uso della museruola fuori dall’ambiente domestico.
I proprietari dei pitbull coinvolti nell’incidente potrebbero affrontare conseguenze legali per non aver assicurato che i loro animali non rappresentassero un pericolo per gli altri. Morena ha evidenziato che, sebbene gli animali fossero all’interno di una proprietà privata, ciò non esime i proprietari dalla responsabilità di garantire la sicurezza pubblica. Per poter riavere i propri animali, sarà necessario che questi vengano rieducati e ricevano una certificazione da un veterinario specializzato.
L’importanza di una coesistenza responsabile
Il tragico incidente di Eboli ha riacceso il dibattito sulla coesistenza tra umani e animali domestici, soprattutto quelli di grande taglia o considerati potenzialmente pericolosi. La formazione e l’educatione dei proprietari emergono come fattori chiave per prevenire futuri incidenti. L’incidenza ha messo in evidenza la necessità di una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di chi sceglie di vivere con animali che richiedono cure e attenzioni particolari.
L’appello alla responsabilità, alla formazione e alla prevenzione si rivolge non solo ai proprietari di animali ma all’intera società, per garantire che tragedie simili non si ripetano. La convivenza con animali domestici, in particolare con quelli di razze potenti come i pitbull, deve essere gestita con la massima attenzione, per la sicurezza di tutti.