Scandalo al carcere minorile di Milano: arrestati 13 agenti per maltrattamenti e tortura
Una vicenda sconcertante ha gettato ombre oscure sull’Istituto penale minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano, dove 13 agenti della Polizia Penitenziaria, 12 dei quali ancora in servizio, sono stati arrestati con l’accusa di maltrattamenti, concorso in tortura e tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto. La misura cautelare, eseguita dalla Polizia di Stato e dalla Penitenziaria, include anche la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici per ulteriori 8 agenti, tutti implicati in episodi gravissimi di violenza e prevaricazione ai danni dei minori detenuti.
Le accuse: un quadro inquietante di violenza
I reati contestati dagli inquirenti milanesi disegnano un quadro inquietante di abusi e violenze. Tra questi, spicca il caso di una tentata violenza sessuale perpetrata da un agente, segnalando un livello di degradazione allarmante all’interno dell’istituto. L’indagine, stimolata da segnalazioni e sviluppata attraverso intercettazioni e telecamere interne, ha messo in luce una serie di condotte violente, reiterate nel tempo e aggravate dall’abuso di potere e dalla posizione di vulnerabilità delle giovani vittime.
La reazione delle istituzioni
Di fronte a tale scenario, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso preoccupazione, sottolineando come il carcere minorile Beccaria sia stato ‘abbandonato per anni’, una condizione che potrebbe aver favorito l’insorgere di tali gravi episodi. La sua dichiarazione ‘Possono, ma non dovrebbero. Vedremo cosa uscirà da questa indagine’ riflette l’attesa di chiarimenti e provvedimenti decisi in risposta a questi drammatici eventi.
Il caso che ha scatenato l’indagine
Particolare attenzione è stata rivolta al caso di un 17enne, vittima di torture nell’agosto del 2022, che ha portato all’arresto di tre giovani, tra cui il 19enne ivoriano Gnagne Lath, già noto alle cronache per episodi analoghi. Questo evento ha catalizzato ulteriori indagini, sfociate nell’odierna operazione che ha coinvolto il personale dell’istituto. La condotta degli agenti, descritta come omissione attiva nel prevenire o intercedere durante gli abusi, rivela una complicità per omissione che ha permesso la perpetrazione di atti di inaudita crudeltà.
La condanna e le voci delle vittime
La condanna a 8 anni per Lath, seguita da un percorso di giustizia riparativa, non alleggerisce il peso delle testimonianze raccolte. Le vittime, tra cui il giovane 17enne, hanno descritto in dettaglio le torture subite, tra abusi sessuali, violenze fisiche e psicologiche, che hanno riportato alla memoria i traumi vissuti durante il percorso migratorio dalla Libia all’Italia. Questi racconti, confermati da prove e testimonianze, offrono uno spaccato drammatico della realtà vissuta all’interno del carcere minorile.
La vicenda, tuttavia, non si ferma ai fatti dell’agosto 2022. Le indagini hanno infatti esteso il loro raggio d’azione, mettendo in luce una prassi di violenze e maltrattamenti che si protraeva da tempo, sollevando interrogativi su eventuali altri episodi ancora non emersi.
Riflessioni su un sistema da rivedere
Il caso del carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano solleva interrogativi profondi sul sistema di custodia e riabilitazione dei minori in Italia, evidenziando la necessità di un’urgente riflessione e di un immediato intervento per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali delle persone detenute, specialmente quando si tratta di minori. La comunità, in attesa di sviluppi e chiarimenti, si trova di fronte alla dolorosa evidenza di un fallimento non solo istituzionale ma anche umano e sociale, che richiede risposte decise e concrete per non tradire la fiducia nelle istituzioni e nei principi di giustizia e umanità che dovrebbero guidarle.