Mark Knopfler: tra passato glorioso e presente sereno, la leggenda vive
Mark Knopfler, il leggendario frontman dei Dire Straits, nonostante abbia abbandonato la scena musicale di gruppo quasi tre decenni fa, continua a essere una figura emblematica nel mondo del rock. L’incontro con l’artista rivela una persona pacata, quasi in contrasto con l’immagine di una rockstar la cui musica ha segnato un’epoca. Oggi, a 74 anni, Knopfler godendo di una vita tranquilla lontano dai riflettori, si apre sul suo passato, il presente e persino sul futuro della musica.
Il suo ultimo progetto, “One Deep River”, segna il nono album da solista di Knopfler, un’aggiunta significativa al suo illustre catalogo musicale. L’opera si presenta come un viaggio nostalgico nella Newcastle della sua gioventù, con riferimenti espliciti come il ponte sul Tyne, simbolo della città. Le canzoni narrano di un passato che ha definito l’artista e l’uomo, dove la musica era non solo una passione ma una necessaria via di fuga.
Un’epoca irripetibile: i Dire Straits e il rifiuto della reunion
Nonostante la pressione popolare e l’esempio di numerose band che hanno deciso di riunirsi dopo anni di separazione, Knopfler rimane irremovibile nella sua decisione di non riformare i Dire Straits. “E non cambierò idea. È stato bello finché è durato, mi sono divertito. Ma io non voglio essere più ‘grande’ di quello che sono oggi, non mi interessa”, afferma con fermezza. Questa scelta sottolinea il desiderio dell’artista di rimanere fedele a se stesso e ai propri valori, senza cedere alle lusinghe di un successo nostalgico.
L’artista, inoltre, confessa di non conoscere i Måneskin, la band italiana che sta riscuotendo successo a livello internazionale. Questa rivelazione non sorprende, dato il suo approccio alla musica focalizzato sulla scrittura di canzoni più che sulla ricerca della virtuosità strumentale. “Comunque approfondirò”, promette Knopfler, mantenendo aperta la porta alla scoperta di nuovi talenti.
La musica, una vita
Il dialogo con Knopfler si sposta facilmente tra ricordi del passato e considerazioni sul presente. Il suo brano “Smart money” affronta il tema dei soldi facili, metafora dello showbiz dove le carriere lampo sembrano essere la norma. “Io sono ancora in giro a vendere dischi, mi sembra da cento anni e c’è gente che sparisce dopo due”, riflette l’artista, evidenziando la sua fortuna e longevità nel mondo della musica.
Quando si parla del capolavoro “Brothers in Arms”, Knopfler si sofferma sulla fortuna avuta con i singoli e sul come l’album sia diventato un fenomeno globale grazie anche alla popolarità del CD. Nonostante il passare degli anni, il messaggio antimilitarista del brano titolo mantiene la sua potenza, un conforto nelle difficoltà, come ammette lo stesso artista.
Un futuro lontano dalle scene?
Interrogato sulla possibilità di tornare in tour, Knopfler appare incline a godersi la vita accanto alla sua famiglia, piuttosto che intraprendere nuove avventure musicali. “Per ora penso di rimanere a casa, insieme a mia moglie, dedicarmi alla famiglia questa volta”, confida, segnando una pausa riflessiva sul suo futuro nella musica. La sua passione per la scrittura di canzoni e il lavoro in studio, però, lasciano intendere che la musica continuerà a essere un pilastro della sua vita, anche se lontano dai palchi.
Infine, la conversazione si tinge di leggerezza con un riferimento alla passione di Knopfler per il calcio, in particolare per il Newcastle. Alla domanda sul caso Tonali, la sua risposta “Nessuno è perfetto” chiude l’intervista con un tocco di umorismo, sottolineando la naturalezza e l’autenticità che hanno sempre caratterizzato Mark Knopfler, sia come musicista che come persona.