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Identificato l’autore del sabotaggio all’autovelox a Santo Stefano
Il mistero che ha avvolto il danneggiamento dell’autovelox di via Udine a Santo Stefano di Cadore ha trovato soluzione. Dopo accertamenti serrati, le autorità locali hanno fatto luce sull’accaduto, identificando il responsabile del gesto che si è consumato nella notte del 28 gennaio. Si tratta di un giovane del luogo che, messo di fronte alle proprie responsabilità dai carabinieri della Stazione di Santo Stefano di Cadore, ha confessato.
La vicenda, lungi dall’essere il frutto di un’azione concertata o l’emulazione di fenomeni noti come il “Fleximan”, si è rivelata essere un atto improvvisato e isolato. L’autore, ascoltato ieri sera, ha ammesso le proprie colpe, venendo successivamente denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di danneggiamento.
Le dichiarazioni delle autorità
Le indagini, portate avanti con scrupolo e rapidità, hanno permesso di scongiurare ipotesi di natura più grave. Il Comandante Provinciale, intervenendo sul caso, ha evidenziato l’importanza di non fraintendere queste azioni. «L’evento occorso, che sarebbe sbagliato definire una bravata così come collegarlo a quel fenomeno che potrebbe generare emulazione, è stato affrontato con grande attenzione, proprio per la necessità di chiarire subito i contorni della vicenda» – ha dichiarato il Comandante. Questo incidente non deve essere interpretato come un atto di giustizia sociale, ma piuttosto come un campanello d’allarme per la sicurezza stradale.
La riflessione si sposta poi sull’efficacia degli autovelox come strumento di prevenzione. «Chi pensa, e non è questo il caso di Santo Stefano, che distruggendo questi apparati si fa giustizia sociale, non ricorda che l’analisi della incidentalità sul nostro territorio e gli esiti dei servizi che i carabinieri hanno svolto intensamente anche nell’estate scorsa, in diverse zone montane, per contrastare chi usa le nostre strade come fossero un autodromo, dimostra che far rispettare i limiti di velocità, fuori e dentro i centri urbani, è una azione che salva la vita delle persone» – ha aggiunto il Comandante.
La reazione della comunità locale
La comunità di Santo Stefano di Cadore non sembra tollerare atti di vandalismo che minino la sicurezza pubblica. Il ripristino dell’autovelox, ora più che mai, diventa una richiesta condivisa da “quei tanti cittadini onesti della nostra provincia che, a fronte di queste azioni sconsiderate di danneggiamento, chiedono il ripristino degli autovelox quale strumento di prevenzione sul territorio”.
La consapevolezza che tali dispositivi sono alleati fondamentali nella lotta contro l’incidentalità stradale è un principio ben radicato tra la popolazione, che si oppone fermamente a qualsiasi forma di giustizialismo malriposto, capace solo di mettere a rischio la vita di automobilisti e pedoni.
Conseguenze e deterrenza
Il gesto del giovane, pur essendo stato un atto isolato, solleva interrogativi sulla percezione degli autovelox e sul rispetto delle regole. È chiaro che la comunità di Santo Stefano, rappresentata dalle parole del suo Comandante Provinciale, si aspetta non solo il ripristino del servizio, ma anche una presa di coscienza collettiva sull’importanza di dispositivi che sono stati concepiti per la protezione dei cittadini.
La lezione che emerge da questa vicenda è duplice. Da un lato, vi è la necessità di mantenere e salvaguardare gli strumenti di sicurezza stradale, dall’altro l’importanza dell’educazione civica, che deve passare attraverso il rispetto delle regole e l’assunzione di responsabilità individuali. L’auspicio delle autorità è che episodi di questo tipo non abbiano a ripetersi e che la giustizia non sia presa in mano da singoli cittadini, ma venga esercitata secondo le vie legali, nell’interesse di tutti.