Europa alle prese con la crescente carenza di farmaci
La situazione del mercato farmaceutico europeo sta attraversando una fase critica, con una carenza di farmaci che si aggrava e genera preoccupazione tra i professionisti del settore e i pazienti. Gli allarmi lanciati dai farmacisti europei mettono in luce un quadro preoccupante: un incremento nelle segnalazioni di medicinali mancanti che si estende a tutta l’Europa, Italia compresa.
Il rapporto dei farmacisti europei
Secondo il rapporto del Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu), nel 2023 la carenza di medicinali è un fenomeno che si è intensificato in circa il 65% dei Paesi europei rispetto all’anno precedente. Questa situazione sta alimentando ‘frustrazione e disagio per i pazienti e mina la loro fiducia nei farmacisti e nel sistema sanitario’, come ha dichiarato Aris Prins, presidente della Pgeu. In alcuni Paesi, si contano tra i 500 e i 600 farmaci mancanti, e in altri la cifra supera i 600. L’Italia, con circa 300 medicinali in deficit, si allinea a questa tendenza negativa.
Le dichiarazioni di Ilenia Malavasi
La deputata Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari sociali, ha evidenziato che il problema non è più riconducibile alla pandemia. ‘L’elenco aggiornato ogni settimana sul sito dell’Aifa dimostra che la carenza delle terapie non è una novità’. Ha inoltre specificato che le difficoltà riguardano ambiti terapeutici essenziali quali antibiotici, antitumorali, antidiabetici e medicinali per il sistema nervoso centrale. La deputata ha annunciato un’interrogazione al ministero della Salute per affrontare la questione.
La posizione di Farmindustria
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica, precisando che non ci troviamo di fronte a un’allarme generalizzato, ma a ‘situazioni puntiformi che possono riguardare singoli prodotti’. Tuttavia, ha riconosciuto la vulnerabilità dell’Italia, dovuta in parte ai prezzi dei farmaci tra i più bassi in Europa e alla dipendenza dall’estero per le materie prime. Ha poi messo in evidenza il lavoro con il Mimit e il ministero della Salute per promuovere investimenti e l’attrattività nel settore industriale e farmaceutico italiano.
Crescita del mercato e carenze
Sebbene il mercato farmaceutico globale sia cresciuto di circa un terzo nell’ultimo decennio, aumentando l’accesso alle terapie, questo non ha evitato l’insorgere di carenze significative. Dal settembre 2021, si è registrato un incremento del 101% nel numero di molecole segnalate in carenza in almeno due Paesi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il rischio è quello di lasciare i malati senza terapie adeguate o di spingerli verso canali di acquisto alternativi e potenzialmente pericolosi, come l’acquisto online di farmaci contraffatti o di qualità inferiore.
La carenza di farmaci diventa così un fenomeno che riguarda non solo i Paesi a basso e medio reddito, ma anche le nazioni europee, dove i sistemi sanitari dovrebbero garantire l’accesso a terapie sicure ed efficaci. La situazione attuale solleva questioni urgenti sulla sicurezza dei pazienti e sull’efficienza dei mercati farmaceutici.
Le cause della carenza
Le cause di questa carenza sono molteplici. La difficoltà nel reperire materie prime, la maggior parte delle quali proviene da Cina e India, unitamente al boom della domanda post-Covid, ha creato uno squilibrio significativo tra offerta e domanda. Inoltre, il prezzo troppo basso di alcuni farmaci ha ridotto l’attrattività per le aziende, in particolare per gli antibiotici. A questi fattori si aggiungono i lunghi tempi di accesso e la burocrazia che frenano gli investimenti nel settore farmaceutico italiano.
La crisi attuale impone una riflessione sul modello di produzione e distribuzione dei farmaci a livello globale e sulla necessità di trovare soluzioni sostenibili che garantiscano la continuità delle cure. La collaborazione tra governi, industrie farmaceutiche e istituzioni sanitarie internazionali appare come la strada principale per mitigare il problema e prevenire future carenze.
Il dibattito è aperto e le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi avranno un impatto significativo sulla salute dei cittadini europei e sul funzionamento complessivo dei sistemi sanitari. Nel frattempo, i pazienti e i professionisti del settore seguono con apprensione l’evolversi della situazione, sperando in soluzioni rapide ed efficaci.