Italia: il reddito cresce ma la povertà resta un’ombra
Nei meandri dell’economia italiana, il 2023 si è aperto con segnali di una tenue ripresa, delineando uno scenario di moderato ottimismo rispetto agli anni precedenti, gravati da una pandemia globale e da tensioni geopolitiche internazionali. Secondo l’ultima edizione del Bes-Rapporto sul Benessere equo e sostenibile pubblicato dall’Istat, il reddito disponibile lordo pro-capite ha evidenziato un incremento significativo, superando i livelli pre-pandemia e segnando un +14,9% rispetto al 2019. Un dato che sembra riflettere una fase di recupero, con il reddito medio delle famiglie italiane che nel 2021 ha raggiunto i 33.798 euro, crescendo sia in termini nominali (+3%) che reali (+1%).
Nonostante ciò, l’ombra della povertà continua a proiettarsi sull’Italia, con un’incidenza che, seppur stabile tra il 2022 e il 2023, rimane una ferita aperta sul tessuto sociale del Paese. La povertà assoluta, in particolare, peggiora rispetto alla situazione pre-pandemia, attestandosi al 9,8% nel 2023, secondo stime preliminari. Un fenomeno che, nonostante le misure di sostegno economico implementate durante l’emergenza Covid e il Reddito di cittadinanza, evidenzia una disuguaglianza ancora marcata, con l’indice che, in assenza di tali interventi, sarebbe salito a 6,4.
La crescita economica e le sfide del futuro
L’analisi dell’Istat evidenzia un 2023 in cui l’economia italiana ha mostrato segni di crescita dello 0,9%, sebbene in calo rispetto al vigoroso +4% del 2022. Una crescita sostenuta principalmente dalla domanda interna, con un equilibrio tra consumi e investimenti. Tuttavia, alcuni settori hanno mostrato segni di contrazione, come l’agricoltura e l’industria in generale, mentre le costruzioni e il terziario hanno segnato incrementi. Questi dati sottolineano la complessità della ripresa, in cui coesistono settori in espansione e altri in difficoltà.
Il tessuto economico italiano si trova quindi di fronte a sfide significative, tra cui la necessità di sostenere la crescita in modo equilibrato, stimolando settori strategici e implementando politiche volte a ridurre le disuguaglianze. La ripresa del potere d’acquisto delle famiglie, dopo la brusca caduta del quarto trimestre 2022, rappresenta un segnale positivo, così come l’aumento della propensione al risparmio nel quarto trimestre del 2023, che si interrompe dopo una lunga sequenza di variazioni negative. Tuttavia, sia la propensione al risparmio sia il potere d’acquisto restano significativamente al di sotto dei livelli pre-Covid, delineando un percorso di recupero ancora tutto da percorrere.
Il contrasto alla povertà e le politiche sociali
La povertà rimane uno dei nodi critici da affrontare per garantire un benessere equo e sostenibile. Il dato sulla povertà assoluta, che vede un leggero aumento rispetto al 2022, evidenzia come, nonostante la crescita economica, le fasce più deboli della popolazione continuino a soffrire. L’aumento dell’inflazione ha inciso significativamente sulle famiglie meno abbienti, incapaci di tenere il passo con l’incremento dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda i beni e servizi essenziali.
In questo contesto, le politiche sociali e gli interventi di sostegno al reddito giocano un ruolo cruciale. La differenza tra il dato di disuguaglianza osservato e quello che sarebbe stato senza aiuti durante l’emergenza pandemica e il Reddito di cittadinanza sottolinea l’importanza di tali misure nel mitigare gli effetti della crisi. Guardando al futuro, l’Italia è chiamata a rafforzare e ampliare le strategie di contrasto alla povertà, puntando su interventi mirati e su una distribuzione delle risorse più equa, per garantire che la crescita economica si traduca in un miglioramento concreto delle condizioni di vita di tutti i cittadini.
Disuguaglianze territoriali e la strada verso l’equità
L’Italia presenta un panorama di disuguaglianze territoriali che persiste, con una netta divisione tra Nord, Centro e Sud. Le regioni del Mezzogiorno, pur con alcune eccezioni, manifestano le maggiori difficoltà, con percentuali significative di persone che faticano ad arrivare a fine mese. Al contrario, regioni come l’Emilia-Romagna evidenziano una situazione economica più favorevole, con una minore incidenza di difficoltà economiche.
Queste disparità richiamano l’attenzione sulla necessità di politiche di sviluppo regionali mirate, capaci di valorizzare le potenzialità di ciascuna area e di ridurre il divario tra le diverse parti del paese. La strada verso un’Italia più equa passa anche attraverso il riconoscimento e l’attuazione di strategie che tengano conto delle specificità territoriali, promuovendo uno sviluppo armonico e inclusivo, in grado di lasciare indietro nessuno.
La fotografia scattata dall’Istat nel Bes 2024 offre quindi uno spunto di riflessione sulla direzione che l’Italia sta prendendo nel percorso di ripresa post-pandemica. Tra luci e ombre, il Paese si trova di fronte alla sfida di trasformare i segnali positivi in opportunità concrete per tutti i cittadini, affrontando con determinazione le disuguaglianze e lavorando per un futuro di benessere equo e sostenibile.