La Liguria contro l’apertura di un CPR: la battaglia di Marco Scajola
La recente decisione del Governo di istituire un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) nel golfo dianese ha scatenato un’ampia polemica in Liguria, con l’assessore regionale Marco Scajola che non ha esitato a definirla un ‘atto di prepotenza’ e una ‘mancanza di rispetto’ per il territorio.
La scelta, giunta all’improvviso e senza un adeguato confronto con le autorità locali, ha sollevato un’ondata di contrarietà tra i sindaci della zona interessata e la Regione Liguria, che si diceva sorpresa dall’accelerazione dei tempi decisa dal Ministero.
La reazione di Scajola e l’appello al Governo
L’assessore Scajola, visibilmente contrariato, ha immediatamente sollevato la questione con il viceministro Edoardo Rixi, chiedendo un ‘intervento forte’ per proteggere un’area dal forte appeal turistico come il golfo dianese dall’insediamento di una struttura ritenuta inadatta. ‘
‘Sì, ho già segnalato la questione al vice ministro Rixi e ho chiesto un intervento forte per evitare che un territorio come il golfo dianese, che non ha le caratteristiche per ospitare un centro del genere, subisca questo atto.’ ha dichiarato Scajola, sottolineando la mancanza di un dialogo preventivo con le autorità locali.
La contrarietà del territorio e l’assenza di dialogo
La decisione ha sollevato dubbi e perplessità non solo per la scelta della località, ma anche per il metodo adottato, che ha visto un’assenza totale di confronto con le istituzioni locali. ‘Non c’è stato un confronto con il territorio, non sono state ascoltate le legittime contrarietà’, ha sottolineato l’assessore, esprimendo un sentimento di esclusione e di mancato rispetto per le esigenze e le caratteristiche specifiche del golfo dianese.
Nonostante le vibranti proteste e le legittime contrarietà emerse nelle ultime settimane, che molti speravano potessero indurre un ripensamento, le autorità competenti non hanno mostrato aperture, procedendo senza ulteriori consultazioni.
Le richieste ignorate e il futuro del golfo dianese
La Regione Liguria, pur non avendo competenze dirette in materia, si aspettava almeno di essere ascoltata. Scajola ha ricordato che, se interpellati, avrebbero evidenziato l’inadeguatezza di un’area turistica di primaria importanza come il golfo dianese per l’insediamento di un CPR, suggerendo alternative più compatibili.
‘Se ci avessero chiesto un parere avremmo spiegato che in un territorio come quello dianese, con vocazione turistica, non si può inserire un centro di questo tipo’, ha aggiunto l’assessore, sottolineando la disponibilità a individuare soluzioni alternative, compatibili con le esigenze regionali e nazionali.
La posizione ferma della Regione Liguria e delle autorità locali solleva questioni importanti sul processo decisionale relativo all’insediamento di strutture che hanno un impatto significativo sul tessuto sociale ed economico dei territori. La mancanza di dialogo e di consultazione preventiva ha accentuato il dissenso, portando alla richiesta di un rinnovato confronto che tenga conto delle peculiarità locali e delle legittime preoccupazioni delle comunità interessate.
Nel frattempo, la questione del CPR nel golfo dianese rimane aperta, con la Regione Liguria e i rappresentanti locali che continuano a chiedere un ripensamento e una maggiore attenzione alle esigenze del territorio, sperando in un dialogo costruttivo che possa portare a una soluzione condivisa e rispettosa delle caratteristiche uniche di questa area della Liguria.