Il Superbonus e le sue conseguenze sui conti pubblici: tra responsabilità e prospettive future
Il dibattito sul Superbonus 110% continua a infiammare il panorama politico ed economico italiano, con il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che punta il dito contro le modifiche normative introdotte dalla sua maggioranza come causa dell’esplosione dei costi legati a questa misura. Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), attraverso le parole del suo direttore Giovanni Spalletta, ha fornito un quadro dettagliato dell’andamento della spesa per il Superbonus, segnalando un’impennata notevole nell’ultimo anno.
La spesa per le agevolazioni edilizie ha raggiunto cifre record, con un incremento di 42 miliardi di euro di agevolazioni per lavori conclusi, concentrato soprattutto nel periodo tra ottobre 2023 e marzo 2024. Tali numeri segnalano una dinamica eccezionale rispetto agli anni precedenti, evidenziando come le deroghe e le modifiche legislative abbiano contribuito a una situazione di difficile controllo.
Le cause di un’esplosione dei costi
Le ragioni dietro questo aumento sostanziale dei costi sono molteplici e risiedono nelle modifiche normative apportate negli ultimi 15-18 mesi. Tra queste, la decisione di consentire ai condomini con comunicazione di inizio lavori asseverata (Cilas) di beneficiare dell’agevolazione al 110% fino a novembre 2022, evitando la riduzione al 90% prevista con l’inizio del 2023. A questo si aggiunge la ripresa delle cessioni dei crediti nella seconda metà dello scorso anno, incentivata da una minor rigidità nella responsabilità in solido tra cedente e cessionario in caso di crediti falsi.
Il design stesso del Superbonus, che prevede aliquote elevatissime e la possibilità di cedere il credito senza anticipazioni finanziarie, ha contribuito a rendere la stima dei costi particolarmente complessa, con effetti diretti sui saldi di finanza pubblica. Spalletta ha sottolineato come la gestione pratica e l’impatto delle agevolazioni abbiano introdotto un grado di complessità notevole nell’ordinamento, evidenziando problemi di cedibilità dei crediti e fenomeni di abuso.
Interventi fiscali e il futuro del Superbonus
Di fronte a questa situazione, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno intercettato e sequestrato crediti per un valore di 8,6 miliardi di euro, legati a truffe emerse in particolare nel settore dei bonus edilizi. Ulteriori 6,3 miliardi di euro sono stati scartati dal Fisco prima che potessero generare frodi, con verifiche fiscali in corso per recuperare quanto indebitamente percepito.
Il futuro del Superbonus sembra orientato verso una revisione sostanziale del sistema di incentivi fiscali. Il Def ha anticipato la volontà di rivedere completamente l’approccio, limitando le aliquote e introducendo controlli più stringenti sui massimali di spesa. Spalletta ha evidenziato come sia raccomandabile trasformare i crediti d’imposta in contributi diretti di spesa, soggetti a procedure preventive di autorizzazione, per permettere un monitoraggio efficace della spesa e acquisire dati tempestivi sull’impatto delle misure sulla finanza pubblica.
La situazione attuale richiede quindi un bilanciamento tra la necessità di sostenere l’edilizia e l’efficienza energetica degli edifici e l’imperativo di mantenere sotto controllo le finanze pubbliche. Le modifiche annunciate mirano a raggiungere questo equilibrio, garantendo che le agevolazioni fiscali siano sostenibili e non generino effetti distorsivi o abusivi.