![L'Export del Vino Italiano: Resilienza e Tendenze del Mercato Internazionale 1 20240416 175227](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240416-175227.webp)
L’export di vino italiano rallenta ma mostra segnali di resilienza
Il 2023 si è dimostrato un anno di sfide per l’export di vino italiano, con un lieve rallentamento delle vendite oltre frontiera che non ha tuttavia scalfito la posizione di leadership di regioni come Veneto, Piemonte e Toscana. Nonostante un calo generale meno dell’1% sia a valore che a volume rispetto al 2022, l’export di spumanti ha registrato un incremento del 3,3% a valore, segnando un trend positivo in contrasto con la flessione dei vini fermi e dei mercati nordamericani.
Secondo il report dell’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, il settore vitivinicolo si trova ad affrontare una fase complessa, influenzata da fattori congiunturali e strutturali. Questi includono difficoltà negli approvvigionamenti, overstock, variazioni nel potere d’acquisto e nei consumi, nonché un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, che tendono a ridurre l’acquisto di vino rosso e a privilegiare prodotti a minor contenuto alcolico e più leggeri.
Regioni leader e nuove strategie di mercato
Nonostante un contesto globale incerto, Veneto, Piemonte e Toscana si confermano le prime tre regioni per valore dell’export, contribuendo per oltre due terzi all’export nazionale, anche se con performance inferiori rispetto all’anno precedente. A contrastare questa tendenza, regioni come Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige hanno registrato significative crescite.
La resilienza e l’innovazione sembrano essere le parole chiave per il settore, come evidenziato da Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit, che sottolinea l’impegno della banca nel rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore vitivinicolo. Denis Pantini, Responsabile Agrifood & Wine Monitor di Nomisma, enfatizza l’importanza di supportare le filiere vitivinicole regionali attraverso attività di promozione e marketing, basandosi su una solida conoscenza del mercato e delle sue dinamiche.
Le tendenze dell’export e il posizionamento internazionale
Analizzando le variazioni nell’export per tipologia di vino, emerge un quadro differenziato: mentre i vini bianchi Dop e gli spumanti hanno visto un aumento dei valori, i rossi fermi hanno subito cali, in alcuni casi anche significativi. Tra gli spumanti, il Prosecco continua a brillare con una crescita del 5%, mentre i vini bianchi siciliani si segnalano con un incremento del 7%. Per quanto riguarda i rossi, i piemontesi hanno limitato le perdite a -1%, ma i Dop del Veneto hanno registrato un calo del 12%.
Quasi tutte le top 10 regioni vinicole italiane hanno visto diminuzioni nelle vendite a volume di vini fermi e frizzanti Dop, ad eccezione della Sardegna e dell’Abruzzo che hanno registrato crescite. I vini Dop della Sicilia e del Trentino Alto Adige hanno mantenuto stabili i volumi di vendita, con una leggera variazione positiva.
La percezione dei consumatori e le strategie di branding
Una survey coinvolgente 1.000 consumatori italiani ha rivelato interessanti dinamiche relative alla percezione delle regioni vinicole. Piemonte, Toscana e Veneto sono percepite come le regioni produttrici dei vini di maggiore qualità, con una netta distanza dalle regioni che le seguono. Interessante notare come, tra i consumatori più giovani della Gen Z, la Toscana occupi il gradino più alto del podio. In termini di notorietà spontanea, senza un elenco di vini tra cui scegliere, Chianti, Prosecco e Barolo sono le denominazioni più citate, a testimoniare l’importanza di strategie di branding efficaci nel settore vitivinicolo.
Il panorama vitivinicolo italiano si presenta quindi come un settore in continua evoluzione, che nonostante le sfide congiunturali e strutturali, dimostra una notevole capacità di resilienza e adattamento. La capacità di innovare, di adattarsi alle nuove tendenze di consumo e di mercato, insieme a una solida tradizione e qualità dei prodotti, rimane un elemento chiave per il successo dell’export di vino italiano nel mondo.