La dieta contro la disfonia: l’importanza degli alimenti nella cura della voce
La disfonia, comunemente conosciuta come raucedine, può non essere soltanto il risultato di un uso eccessivo o improprio della voce, ma anche di una serie di disturbi alimentari. A sottolineare questa connessione è l’immunologo Mauro Minelli, che in occasione della Giornata mondiale della voce, ha evidenziato come un’attenzione particolare alla dieta possa essere fondamentale nella gestione e nella cura di questa condizione.
Secondo Minelli, spesso le analisi cliniche dei pazienti affetti da disfonia non rivelano patologie significative a livello della gola, motivo per cui, quando si presentano anche disturbi digestivi come bruciore di stomaco o eruttazioni, il trattamento si limita alla prescrizione di antiacidi o protettori gastrici. Tuttavia, tali soluzioni non sempre si rivelano efficaci nel stabilizzare il quadro clinico. Il vero problema, secondo l’esperto, potrebbe risiedere nell’alimentazione.
Il ruolo dei FodMap nella disfonia
Il focus dell’attenzione di Minelli si concentra sui FodMap, un gruppo eterogeneo di carboidrati presenti in molti alimenti che, se consumati in quantità significative da persone sensibili, possono causare disturbi intestinali e non solo. L’acronimo FodMap sta per Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli, sostanze che, se mal assorbite a livello intestinale, possono influenzare negativamente la qualità della voce attraverso processi fermentativi.
Una dieta a basso contenuto di FodMap, studiata inizialmente dalla Monash University in Australia, è stata riconosciuta capace di alleviare sintomi come gonfiore addominale, disturbi digestivi e, appunto, disfonia, nel 75% dei casi trattati. L’immunologo evidenzia che alimenti come il lattosio possono causare disturbi anche in assenza di una specifica intolleranza, a causa della fermentazione da parte di batteri intestinali.
Consigli alimentari per chi soffre di disfonia
Minelli fornisce alcune indicazioni pratiche per chi soffre di disfonia e sospetta che la propria alimentazione possa avere un ruolo. Per esempio, limitare l’assunzione di frutta a non più di due porzioni da 150 grammi al giorno, evitando in particolare mela, pera, mango, pesca, albicocche, ciliegie e anguria, per il loro alto contenuto di fruttosio. Anche il miele e lo sciroppo d’acero, ricchi di questo zucchero, dovrebbero essere consumati con moderazione.
Un’altra categoria di alimenti da monitorare sono i polioli (sorbitolo, mannitolo, xilitolo, e altri), zuccheri non facilmente assorbibili che possono diventare substrato per la fermentazione batterica, causando gonfiore e altri disturbi digestivi. Curiosamente, anche il semplice atto di masticare una gomma o gustare una caramella può scatenare questi effetti avversi in individui predisposti.
Alimenti amici della voce
Per contrastare la disfonia e i disturbi associati, Minelli suggerisce di privilegiare cibi con specifiche proprietà benefiche. Il pesce, ricco di acidi grassi omega 3, è raccomandato per le sue capacità antiinfiammatorie, utili a ridurre l’infiammazione intestinale. Anche il finocchio, grazie al suo elevato contenuto di acqua e basse calorie, può aiutare a favorire la digestione e ad eliminare i gas intestinali, sia consumato fresco che sotto forma di tisana.
Infine, gli agrumi e l’ananas, quest’ultimo ricco di bromelina, possono favorire i processi digestivi grazie al loro potente effetto antinfiammatorio. Questi alimenti non solo aiutano nell’assorbimento dei gas intestinali ma contribuiscono anche a una migliore salute della voce, dimostrando così l’importanza di un approccio olistico nella cura della disfonia che consideri anche l’alimentazione.