Studenti de La Sapienza in Protesta per la Palestina e contro gli Accordi con Israele
Nella tranquilla piazzale Aldo Moro, davanti al rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, si è consumato un atto di protesta che ha visto protagonisti gli studenti del collettivo Cambiare Rotta. Dopo una notte passata in tenda, hanno deciso di spostarsi e occupare con le loro tende una parte della facoltà. Il motivo? Chiedere un intervento deciso dell’ateneo contro le politiche israeliane e la cessazione degli accordi tra La Sapienza e gli atenei di Israele.
“Staremo qui ad oltranza,” hanno affermato con determinazione gli attivisti, che non sono nuovi a questo tipo di iniziative. Dopo aver rivolto la loro attenzione alla questione del caro-affitti, questa volta il loro obiettivo è sollevare consapevolezza su un tema di rilevanza internazionale, ovvero il sostegno al popolo palestinese.
Le Richieste degli Studenti al Rettorato
Sara Frioni, membro del collettivo Cambiare Rotta, ha esplicitato le richieste degli studenti: “Chiediamo che la rettrice Antonella Polimeni si esprima a favore del popolo palestinese e lo faccia con una ferma condanna dell’operato di Israele.” Questo appello non solo cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in Palestina ma pone anche l’accento sulla necessità di rivedere le collaborazioni accademiche in atto.
Un’altra attivista, Martina Bovi, ha poi puntato il dito contro la partecipazione della rettrice Polimeni al comitato tecnico-scientifico della fondazione Med-or della Leonardo spa, noto colosso europeo nella produzione di armamenti. “Seguendo l’esempio di Bari, Torino e Napoli,” ha aggiunto Bovi, sottolineando come altre università abbiano già preso posizioni simili in passato.
La Risposta dell’Università
Nonostante la forte mobilitazione, gli attivisti denunciano un muro di silenzio da parte dell’Università. La rettrice Polimeni e il Senato Accademico, secondo quanto riportato dagli studenti, hanno finora evitato ogni forma di confronto, nonostante le ripetute richieste di dialogo seguite alla recente occupazione del rettorato, ai cortei e alle varie iniziative che hanno visto la partecipazione di studenti, docenti, personale e ricercatori uniti sotto la stessa causa.
Il Sostegno della Comunità Accademica
La protesta degli studenti de La Sapienza non vive in isolamento. Anzi, ha raccolto l’interesse e il sostegno di una parte significativa della comunità accademica, preoccupata per le implicazioni etiche delle collaborazioni internazionali dell’università e per la posizione dell’istituzione sui temi di giustizia globale. La mobilitazione studentesca diventa così un catalizzatore per un dibattito più ampio sui valori che dovrebbero guidare le politiche e le collaborazioni accademiche in un mondo sempre più interconnesso e complesso.
Il Futuro della Protesta
Gli studenti hanno chiaro il loro obiettivo: mantenere alta l’attenzione su queste tematiche fino a ottenere risposte concrete dalle autorità universitarie. La loro protesta, che mescola questioni di politica internazionale con la vita accademica, riflette una crescente consapevolezza tra i giovani dell’importanza di un impegno civile informato e responsabile.
La Sapienza, con la sua storia e il suo prestigio, si trova così al centro di una questione che va ben oltre i confini dell’università, toccando temi di giustizia, etica e responsabilità globale. La risposta dell’ateneo a queste sollecitazioni sarà un importante indicatore della direzione che intende prendere in relazione ai grandi temi del nostro tempo, in un contesto in cui le istituzioni accademiche giocano un ruolo sempre più cruciale nel contribuire alla costruzione di una società più giusta e consapevole.