Il cambio di rotta di Stellantis: da Milano a Junior per l’Alfa Romeo
In una mossa inaspettata che ha sorpreso il settore automobilistico, Stellantis ha annunciato un cambio di denominazione per il suo nuovo crossover compatto: addio a ‘Milano’, benvenuto ‘Junior’. Una decisione che arriva dopo una serie di polemiche e critiche, tra cui le dichiarazioni del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha sollevato dubbi sulla coerenza di tale scelta con l’identità italiana del marchio. Alfa Romeo, con radici che affondano nel 1910 a Milano, ha deciso quindi di rivolgere lo sguardo al passato, rievocando il nome ‘Junior’, già utilizzato nel 1966 per la celebre GT 1300, simbolo di status di quei tempi.
La decisione è stata commentata da Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato di Alfa Romeo in Stellantis, con parole che sottolineano la consapevolezza dell’importanza storica di questo cambio: «Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarrà inciso nella storia del marchio. È una grande responsabilità, ma al tempo stesso è un momento entusiasmante». Imparato ha inoltre aggiunto che la scelta di ‘Junior’ si presenta come naturale, essendo stata fin dall’inizio tra le preferite sia dall’azienda che dal pubblico, mostrando una volontà di evitare ulteriori polemiche e promuovere un clima di serenità.
Le mire cinesi sull’automotive europeo: Chery e Byd in primo piano
Nel frattempo, il panorama automobilistico europeo si mostra sempre più dinamico con l’interessamento di grandi player cinesi come Chery e Byd. Chery, in particolare, è vicina a siglare un accordo per avviare la produzione di veicoli a Barcellona, in Catalogna. Tuttavia, questa operazione sembra propendere più verso un’assemblaggio di veicoli importati dalla Cina, piuttosto che una produzione autentica, seguendo un modello simile a quello adottato da Dr Automobiles in Italia.
Il Ministro Urso, attivo nel dialogo sia con Chery che con Byd, quest’ultima già con piani di produzione in Ungheria, evidenzia un’attenzione crescente verso il potenziale di investimenti nel settore automobilistico in Italia. Ma l’ipotesi di un’espansione cinese nel settore auto europeo non è priva di complessità, come suggeriscono le parole di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, che ha espresso preoccupazioni in merito alla possibilità di effetti collaterali legati a tali movimenti di mercato.
Potenziamento delle collaborazioni internazionali
La strategia di Chery non si limita all’Europa. Il gigante auto cinese sembra infatti valutare un accordo su piattaforme con un marchio premium, e le voci suggeriscono un possibile interesse verso il gruppo britannico Jaguar Land Rover, di proprietà dell’indiana Tata. Una tale mossa non sarebbe sorprendente, considerando l’esistente joint venture Chery Jaguar Land Rover in Cina, che sottolinea come le sinergie internazionali nel settore automobilistico siano sempre più strategiche e complesse.
L’interesse di Chery per una collaborazione con un brand di prestigio come Jaguar o Land Rover evidenzia una tendenza crescente verso l’integrazione e la collaborazione tra marchi automobilistici globali e la ricerca di sinergie produttive. Queste dinamiche si inseriscono in un contesto di mutamento rapido, dove le alleanze strategiche possono definire nuovi equilibri nel settore.
La risposta del mercato e delle istituzioni a queste evoluzioni sarà cruciale per delineare il futuro dell’industria automobilistica. Il settore si trova a un bivio, dove le decisioni odierne influenzeranno profondamente la mobilità di domani, non solo in termini di produzione e design, ma anche riguardo alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica. Gli occhi sono puntati su come marchi storici come Alfa Romeo e giganti emergenti come Chery e Byd si muoveranno in questo scenario complesso e in rapida evoluzione.