Da fine marzo, i cittadini di Roma si trovano ad affrontare una serie di difficoltà senza precedenti nell’accesso ai servizi anagrafici e di stato civile, a causa di un susseguirsi di malfunzionamenti che hanno portato a un vero e proprio blocco dei sistemi digitali di Roma Capitale. Questa situazione ha radici profonde, essendo iniziata già dal 22 gennaio, ma ha raggiunto il suo apice il 25 marzo con un black out totale durato ben quattro giorni.
La ripresa dei servizi, avvenuta solo parzialmente, ha costretto gli impiegati a tornare ad antichi metodi di lavoro, utilizzando carta e penna per garantire almeno un servizio minimo alla cittadinanza. Tra i disagi maggiormente avvertiti, si evidenziano i cambi di residenza, rimasti in sospeso per settimane, e le problematiche legate all’emissione dei certificati di nascita e morte, che procedono a singhiozzo.
La risposta dei sindacati e le azioni intraprese
Di fronte a questa situazione critica, alcune sigle sindacali tra cui Usb e Sgb hanno proclamato lo stato di agitazione, sollecitando un intervento diretto del Prefetto. Inoltre, per il 15 aprile è stata convocata la Commissione Statuto e innovazione tecnologica di Roma Capitale, con l’intento di affrontare e discutere le criticità operative della piattaforma informatica attualmente in uso, con un focus particolare sui servizi anagrafici e di stato civile.
Le indagini condotte dai tecnici del Campidoglio, dopo aver inizialmente ipotizzato che il problema potesse derivare da aggiornamenti legati alla cybersecurity, hanno poi individuato nel database del Comune la causa principale dei malfunzionamenti. Questo database, infatti, non risponderebbe adeguatamente alle ricerche effettuate dai dipendenti, complicando l’accesso ai documenti storici e l’emissione di certificati.
Le dichiarazioni e le misure annunciate
L’assessore al Personale del Campidoglio, Andrea Catarci, ha dichiarato al Messaggero che, nonostante i servizi siano stati bloccati per alcune ore venerdì, è prevista una migrazione verso un nuovo database durante il prossimo fine settimana. Quest’operazione dovrebbe garantire una completa ripartenza dei servizi a partire da lunedì. La situazione attuale è stata descritta dai consiglieri leghisti Fabrizio Santori e Giovanni Picone come particolarmente grave, evidenziando che, a causa dei ritardi accumulati, «ad oggi per l’anagrafe non si può nascere, sposarsi, e nemmeno morire» a Roma.
In aggiunta, Marco Palma, consigliere del Municipio XI, ha raccontato di essere spesso intervenuto personalmente per sedare gli animi tra cittadini frustrati e personale dei servizi, in un contesto in cui si segnala anche una cronica mancanza di forze dell’ordine. Questa situazione sottolinea la gravità del disagio vissuto quotidianamente sia dai cittadini che dagli operatori dei servizi anagrafici e di stato civile.
Un problema di lunga data
Secondo quanto riportato dai sindacati, le difficoltà sono cominciate con il passaggio dal vecchio sistema gestionale (Aggior) al nuovo (Sipo), evidenziando una transizione non priva di ostacoli tecnologici e organizzativi. La promessa di una migrazione verso un nuovo database rappresenta quindi una speranza di soluzione definitiva a questi problemi, ma allo stesso tempo solleva interrogativi sulla capacità del Campidoglio di gestire in modo efficiente e tempestivo la transizione verso sistemi più moderni ed efficienti.
La situazione dei servizi anagrafici e di stato civile a Roma mette in luce la complessità e la delicatezza della gestione dei sistemi informativi all’interno delle amministrazioni pubbliche, soprattutto quando si tratta di garantire servizi essenziali ai cittadini. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le misure adottate porteranno al superamento definitivo di questa fase critica, consentendo così alla capitale di tornare a offrire un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi cittadini e delle loro necessità quotidiane.