La battaglia per il vero Made in Italy: agricoltori in prima linea
La questione dell’autenticità dei prodotti agricoli e alimentari italiani si infiamma, con la Coldiretti che scende in campo per difendere il Made in Italy dall’invasione dei prodotti esteri. Dal Brennero, simbolo di questa lotta, vengono lanciati allarmi e proteste contro un fenomeno che minaccia l’identità e l’economia nazionale: la vendita di prodotti stranieri spacciati per italiani, grazie a una legge che consente di attribuire l’etichetta ‘Made in Italy’ a cibi che hanno completato l’ultima fase di trasformazione nel nostro Paese.
La denuncia di Coldiretti, attraverso la voce del suo presidente Ettore Prandini, evidenzia la gravità di una pratica che vede prodotti come cosce di prosciutto, latte e altri generi alimentari trasformati in Italia e poi venduti come se fossero pienamente nazionali. Questo ‘furto d’identità’, come lo chiama Prandini, non solo inganna i consumatori ma sottrae anche reddito agli agricoltori italiani, che si trovano a competere in modo sleale con prodotti di dubbia provenienza.
Un fenomeno a larga scala
La manifestazione al Brennero ha visto la partecipazione di diecimila agricoltori provenienti da tutta Italia, pronti a testimoniare la loro preoccupazione e il loro disappunto per una situazione sempre più insostenibile. Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia, parla di un ‘miracolo’ amaro, dove prodotti stranieri, una volta superata la frontiera, acquisiscono magicamente la nazionalità italiana, oscurando le eccellenze autoctone.
Pietro Luca Colombo, a capo della federazione Coldiretti di Varese, sottolinea invece la critica situazione del settore cerealicolo, con i prezzi del grano in caduta libera che minacciano la sopravvivenza stessa delle coltivazioni italiane. Un appello che trova eco nelle parole dei politici che, a vario titolo, hanno espresso il loro sostegno alla causa promossa da Coldiretti.
La politica si mobilita
Da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, a Stefano Patuanelli, ex ministro dell’agricoltura, fino a Luca De Carlo, presidente della commissione Agricoltura del Senato, il coro di sostegno è unanime. La necessità di difendere il vero Made in Italy e di stabilire regole eque per tutti è un imperativo che attraversa lo spettro politico senza divisioni. Il governo stesso si è mostrato attivo nell’istituire una ‘cabina di regia’ per i controlli, ma emerge con chiarezza la necessità di andare oltre, soprattutto a livello europeo.
La Coldiretti non manca di sottolineare la necessità di rivedere il codice doganale, considerato obsoleto e inadeguato a tutelare le peculiarità e l’eccellenza del settore agroalimentare italiano. Un’istanza che trova conferma nelle parole di Luca De Carlo, che assicura l’impegno a lavorare insieme per superare questa criticità.
Un futuro incerto
Il dibattito sul Made in Italy e sulla protezione dei prodotti agricoli nazionali si inserisce in un contesto globale di crescente attenzione verso l’autenticità e la qualità dell’alimentazione. La lotta contro i prodotti ‘fake’ non è solo una questione economica o di identità nazionale; è anche una battaglia per la salute dei consumatori, sempre più alla ricerca di trasparenza e sicurezza nel piatto.
Le iniziative di Coldiretti e il sostegno del mondo politico segnano un punto di svolta importante. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire che ogni prodotto venduto come italiano sia effettivamente coltivato, allevato e trasformato nel nostro Paese. La strada è segnata, ma sarà l’azione congiunta di agricoltori, consumatori e istituzioni a determinare il successo di questa fondamentale battaglia per l’autenticità e l’integrità del Made in Italy.