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Il mondo dell’architettura piange la scomparsa di Italo Rota
La cultura e l’architettura italiane sono in lutto per la perdita di un’icona: Italo Rota, noto architetto di fama internazionale, ci ha lasciato all’età di 70 anni. La sua scomparsa, avvenuta oggi a Milano, lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale del Paese. La conferma arriva direttamente da Stefano Boeri, presidente della Triennale e collega di lunga data, che con toccanti parole ha reso omaggio al genio creativo di Rota.
Rota, celebre per le sue opere innovative e di grande impatto, tra cui spicca il Museo del Novecento in piazza Duomo a Milano, è stato un punto di riferimento nell’architettura italiana e internazionale. La sua visione unica e la sua capacità di fondere bellezza e funzionalità hanno lasciato un segno indelebile nel settore.
Un tributo a un maestro dell’architettura
Il cordoglio per la scomparsa di Rota ha attraversato rapidamente i confini dell’architettura, toccando il cuore di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere il suo lavoro e di chi, anche solo indirettamente, è stato influenzato dalla sua visione. ‘Con Italo Rota perdiamo oggi un protagonista assoluto dell’architettura e della cultura italiana. Ci mancheranno le sue idee potenti e appena sussurrate, le sue visioni controcorrente, le sue composizioni ricchissime e sempre intelligenti. Un pezzo della nostra storia, della storia della nostra generazione, della storia di Triennale e della creatività italiana nel mondo se ne va’, ha dichiarato Stefano Boeri.
L’assessore alla cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, ha sottolineato il lascito immateriale di Rota: ‘Come dicevi tu stesso, ‘la saggezza è essere seri e avere un progetto folle’. Grazie Italo, per tutto quello che hai dato a Milano e al mondo’. Sacchi ha poi evidenziato il contributo di Rota alla città di Milano, ricordando il suo impegno, la sua passione e la sua visione artistica e intellettuale.
Un’eredità di innovazione e bellezza
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso il suo profondo cordoglio, riconoscendo in Rota un maestro dell’architettura e del design italiano. ‘Con la scomparsa di Italo Rota perdiamo un maestro dell’architettura e del design italiano. Dalle scenografie teatrali alle realizzazioni di musei e spazi pubblici come il Museo del Novecento, Rota ha saputo coniugare bellezza e funzionalità, dando vita a opere innovative e di grande impatto emotivo, con una attenzione particolare alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla creazione di spazi di incontro e di dialogo.’
La carriera di Rota è stata segnata da un incessante desiderio di esplorazione e innovazione. Dopo la laurea al Politecnico di Milano nel 1982, la sua formazione presso gli studi di Franco Albini e Vittorio Gregotti, e una significativa esperienza a Parigi, dove ha contribuito a progetti di rilievo come la ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna al Centre Pompidou, Rota ha continuato a influenzare il panorama architettonico con opere che spaziano dal design di prodotto al masterplan.
La sua capacità di coniugare materiali innovativi, tecnologie all’avanguardia e un approfondito studio sulla luce è evidente in tutta la sua produzione, dalla promenade del Foro Italico a Palermo, premiata con la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli Spazi Pubblici 2006, fino al Museo del Novecento a Milano. Quest’ultimo, situato nel cuore della città, nel Palazzo dell’Arengario, rappresenta forse l’esempio più emblematico della sua visione architettonica, che continua a influenzare e ispirare le nuove generazioni di architetti e designer.
La scomparsa di Italo Rota rappresenta un momento di riflessione sulla capacità dell’architettura di influenzare e arricchire la nostra esperienza dello spazio e del tempo. La sua eredità, caratterizzata da un impegno costante verso l’innovazione e la sperimentazione, rimarrà una fonte di ispirazione per il futuro dell’architettura e del design. La sua visione, che ha saputo unire la profondità intellettuale con la concretezza delle forme e degli spazi, continuerà a vivere nelle sue opere e nel ricordo di quanti hanno avuto il privilegio di incrociare il suo cammino.