La nomina di Armando Bartolazzi a capo dell’assessorato alla Sanità della Regione Sardegna ha scatenato un acceso dibattito politico, evidenziando le tensioni tra le forze politiche dell’isola e sollevando questioni circa l’autonomia regionale e le strategie di gestione delle problematiche sanitarie.
La critica di Giagoni e la risposta di Bartolazzi
Dario Giagoni, esponente della Lega e parlamentare sardo, ha espresso perplessità sulla scelta di affidare l’importante ruolo a un professionista ‘non sardo’, mettendo in discussione la coerenza del Movimento 5 Stelle rispetto alle proprie dichiarazioni passate sull’autonomia e sull’assegnazione di incarichi a livello regionale. La sua dichiarazione, «Trovo quantomeno bizzarra la scelta di mettere a capo dell’assessorato alla Sanità, che ha il gravoso compito di gestire il 52% del bilancio regionale, una persona che viene da un’altra regione», apre il dibattito sull’importanza dell’origine geografica nelle nomine politiche e sulla gestione del potere all’interno delle istituzioni regionali.
Armando Bartolazzi, oncologo di prestigio e già sottosegretario alla Salute nel governo Conte 1, ha risposto alle critiche evidenziando la necessità di superare le divisioni territoriali in ambito sanitario. La sua esperienza e competenza nel settore sono state le qualità che hanno portato alla sua nomina, indipendentemente dalla sua provenienza. «Non credo si tratti di critiche, credo siano considerazioni, le avrei fatte anche io per quanto riguarda uno straniero nel territorio sardo», ha dichiarato, sottolineando che le sfide sanitarie richiedono soluzioni e competenze che vanno oltre le barriere geografiche.
La visione di Bartolazzi per la Sanità sarda
Bartolazzi ha poi affrontato il tema della situazione sanitaria in Sardegna, riconoscendo alcuni ritardi nel sistema diagnostico e terapeutico e sottolineando l’importanza di innovare e migliorare la prevenzione sul territorio. La sua intenzione è quella di portare nuove idee e strategie per affrontare le problematiche sanitarie dell’isola, valorizzando la collaborazione tra le diverse forze politiche, senza distinzioni di colore. «Il cancro non ha colori politici, così come non c’è un diabete di destra e un diabete di sinistra, io spero in una collaborazione importante e solida di tutte le forze politiche», ha affermato, invitando a una cooperazione trasversale per il bene della comunità.
La polemica sollevata da Giagoni ha anche toccato il Partito Democratico, primo alleato della neo presidente Alessandra Todde, citando la critica dei dem alla gestione precedente e mettendo in luce la fluidità delle alleanze e delle critiche nel panorama politico regionale e nazionale. ‘Ma, si sa, la politica ha talvolta la memoria corta…’, ha commentato Giagoni, evidenziando come le dinamiche politiche possano cambiare rapidamente, soprattutto quando si tratta di gestire potere e responsabilità.
La nomina di Bartolazzi rappresenta quindi non solo un cambio nel panorama politico-sociale della Sardegna ma anche un esempio di come le competenze e le esperienze possano e debbano avere la precedenza sull’origine geografica, soprattutto in settori critici come quello della sanità. La sua risposta alle critiche e la visione per il futuro della Sanità nell’isola saranno ora al centro dell’attenzione, in attesa di vedere come le sue strategie e le sue idee verranno implementate per affrontare le sfide sanitarie della regione.
In questo scenario, la collaborazione tra le forze politiche sembra essere la chiave per superare le divisioni e lavorare insieme verso il miglioramento della qualità della vita dei cittadini sardi, mettendo al primo posto la salute e il benessere collettivo, oltre le appartenenze e le origini. La gestione del 52% del bilancio regionale dedicato alla sanità sarà una prova importante per la nuova amministrazione e per Bartolazzi, che dovrà dimostrare di poter tradurre in azioni concrete il suo approccio innovativo e inclusivo.