La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna la Svizzera sul cambiamento climatico
Per la prima volta, la Corte d’Europa dei Diritti dell’Uomo (Cedu) ha preso una posizione netta sul cambiamento climatico, condannando la Svizzera per non aver adottato misure efficaci contro gli effetti negativi del riscaldamento globale. La sentenza si è concentrata sul mancato rispetto da parte del governo elvetico dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dedicato al «rispetto della vita privata e familiare», segnando un precedente significativo nella lotta contro il cambiamento climatico.
Le protagoniste di questa storica vittoria sono state le «Klimaseniorinnen», un’associazione di donne svizzere con un’età media oltre i 70 anni, che hanno portato il proprio governo davanti alla Cedu. Attraverso il loro coraggio e la loro determinazione, hanno ottenuto un riconoscimento legale dell’impatto del cambiamento climatico sui diritti umani, affermando che i governi devono agire più rapidamente e in maniera più concreta per contrastare la «febbre» della Terra.
Una vittoria a metà per gli attivisti climatici
La decisione della Corte, tuttavia, non è stata una vittoria completa per gli attivisti climatici. La Cedu ha ritenuto «irricevibile» il ricorso di sei giovani portoghesi che denunciavano l’inefficacia delle politiche ambientali di 32 Paesi europei. Anche il ricorso presentato dall’eurodeputato francese Careme è stato respinto.
Nonostante queste sconfitte parziali, la sentenza ha ricevuto il plauso della comunità internazionale e degli attivisti per il clima. Greta Thunberg, presente a Strasburgo per sostenere gli attivisti, ha dichiarato: «Questo è solo l’inizio del contenzioso sul clima: in tutto il mondo, sempre più persone stanno portando i loro governi in tribunale. In nessun caso dobbiamo tirarci indietro, dobbiamo lottare ancora più duramente perché questo è solo l’inizio di una nuova lotta».
Il ruolo dei tribunali nella lotta contro il riscaldamento globale
La sentenza arriva in un momento cruciale, dopo che il servizio meteorologico europeo Copernicus ha confermato che marzo è stato il decimo mese consecutivo più caldo di sempre. La decisione della Cedu apre nuove prospettive nella lotta contro il riscaldamento climatico, dimostrando che i tribunali possono svolgere un ruolo chiave. Gerry Liston, avvocato del Global Legal Action Network, ha evidenziato l’importanza del verdetto: «Le sentenze di oggi contro la Svizzera costituiscono un precedente storico che vale per tutti i Paesi europei. Ciò significa che tutti i paesi europei devono rivedere urgentemente i propri obiettivi in modo che siano basati sulla scienza e allineati a 1,5 gradi».
La decisione solleva quindi l’asticella per i governi europei, che ora devono accelerare i loro sforzi nella riduzione delle emissioni per conformarsi agli obiettivi scientifici e proteggere i diritti umani dai danni del cambiamento climatico.
Le reazioni: tra delusione e orgoglio
Nonostante la delusione per il ricorso respinto, i giovani attivisti portoghesi hanno accolto con favore il riconoscimento del legame tra diritti umani e protezione ambientale. Sofia Oliveira, diciannovenne, ha espresso il suo sentimento dicendo: «Speravo davvero che avremmo vinto contro tutti i Paesi, quindi ovviamente sono deluso che ciò non sia accaduto. Ma la cosa più importante è che, nel caso delle donne svizzere, la Corte ha affermato che i governi devono ridurre maggiormente le proprie emissioni per proteggere i diritti umani. Quindi la loro vittoria è una vittoria anche per noi e una vittoria per tutti!».
Martim Duarte Agostinho, ventunenne, ha aggiunto: «Anche se la sentenza non è andata a nostro favore e siamo delusi, oggi sono orgoglioso di ciò che abbiamo ottenuto perché i giudici hanno riconosciuto che il cambiamento climatico è una minaccia esistenziale per l’umanità e una sfida intergenerazionale. Oggi eravamo in tribunale con le donne svizzere, dimostrando quanto può essere potente lavorare insieme».
La sentenza della Cedu diventa così un punto di riferimento nella lotta globale contro il cambiamento climatico, segnando un passo importante verso il riconoscimento della necessità di azioni concrete e immediate per proteggere il pianeta e i diritti delle generazioni future.