La Dda di Torino sollecita gli arresti domiciliari per Salvatore Gallo
La Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Torino ha avanzato una richiesta al tribunale del Riesame, chiedendo di riconsiderare il diniego di arresti domiciliari per Salvatore Gallo, ex dirigente di Sitaf. L’85enne è coinvolto in un’indagine legata all’operazione Echidna, focalizzata sul contrasto alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Nonostante non sia implicato in dirette vicende di criminalità organizzata, gli viene contestato il reato di peculato per aver presumibilmente offerto favori in cambio di voti a favore di candidati del Partito Democratico durante le elezioni amministrative del 2021.
Gli atti investigativi evidenziano come Gallo abbia cercato di influenzare l’esito elettorale, promettendo vantaggi per convogliare voti verso specifici esponenti del Pd di sua predilezione. Tra le varie accuse, emerge un’unica contestazione legata alla violazione della legge elettorale, mentre altre possibili prove sono state scartate per l’inammissibilità delle intercettazioni. In questo contesto, si registra la recente dimissione di Raffaele Gallo, figlio di Salvatore e fino a domenica consigliere regionale, e di Roberto Fantini, ex componente dell’Orecol, l’organo di controllo sulla legalità degli appalti in Piemonte.
Il caso di Roberto Fantini: tra accuse e difesa
Roberto Fantini, figura chiave nell’indagine Echidna secondo gli inquirenti, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Da amministratore delegato di Sitalfa, avrebbe agevolato gli affari di “Autotrasporti Claudio”, un’impresa di Brandizzo coinvolta nell’inchiesta. Durante l’interrogatorio di garanzia, Fantini ha respinto le accuse attraverso una dichiarazione spontanea, ribadendo la propria estraneità ai fatti attraverso le parole del suo legale, Roberto Capra: “Le accuse sono deboli e infondate”.
Capra ha sottolineato come il suo assistito fosse all’oscuro delle attività illecite della ‘ndrangheta, evidenziando che “Autotrasporti Claudio” non era stata esclusa dalla ‘white list’, permettendole così di operare legalmente sul territorio. Dopo un’interdittiva antimafia, la ditta si era avvalsa di una procedura speciale che, sotto la supervisione di un commissario nominato dal tribunale, le aveva consentito di proseguire le operazioni. Successivamente, il tribunale aveva revocato il commissario, reintegrando pienamente l’azienda tra quelle considerate ‘pulite’ nel febbraio 2023.
La reazione degli imputati e le implicazioni dell’inchiesta
Giuseppe e Claudio Pasqua, titolari di “Autotrasporti Claudio”, sono stati arrestati e hanno scelto di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. La loro posizione è al centro di un dibattito più ampio sui meccanismi di controllo e sulla capacità delle istituzioni di prevenire le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e politico del Piemonte.
La richiesta della Dda di Torino di imporre gli arresti domiciliari a Salvatore Gallo rilancia l’attenzione su un caso che intreccia questioni di legalità, politica e amministrazione pubblica. L’esito del ricorso al tribunale del Riesame sarà determinante non solo per le sorti dell’ex manager di Sitaf ma anche per il messaggio che le autorità intendono inviare in termini di tolleranza zero verso ogni forma di compromissione tra politica e interessi illeciti.
Questo episodio sottolinea l’importanza di meccanismi di controllo efficaci e trasparenti, capaci di garantire l’integrità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nel sistema democratico. La lotta alla criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni richiede un impegno costante e la collaborazione tra diversi livelli di governo e forze dell’ordine, un obiettivo al quale l’operazione Echidna cerca di contribuire attraverso le sue indagini e le sue azioni.