Incidente in Mare: La Guardia Costiera Libica Spara Contro la Nave ONG Mare Jonio
Un grave episodio di violenza ha segnato l’ultima missione di soccorso nel Mediterraneo centrale della nave Mare Jonio, gestita dalla ONG Mediterranea Saving. Durante l’avvicinamento a un’imbarcazione in difficoltà carica di profughi, in acque internazionali, la Mare Jonio è stata oggetto di spari da parte di una motovedetta libica. I colpi, esplosi sia in aria che in acqua, hanno causato il panico tra i naufraghi, con diverse persone cadute in mare. L’organizzazione ha immediatamente denunciato l’aggressione, richiamando l’attenzione sul comportamento ‘violento, pericoloso e criminale’ della cosiddetta guardia costiera libica.
La missione di soccorso, partita in mattinata da Siracusa, era la sedicesima per la Mare Jonio, che solo pochi giorni prima aveva concluso la Missione 15 con lo sbarco a Pozzallo di 113 naufraghi. Denny Castiglione, capomissione a bordo, ha evidenziato come l’area di operazioni, nota come ‘zona Sar libica’, sia teatro di violazioni sistematiche dei diritti umani, con numerose vittime e naufragi a cui l’Europa e l’Italia sembrano chiudere gli occhi.
La Risposta Europea e le Violazioni dei Diritti Umani
Nonostante le grida di allarme e le denunce, l’Unione Europea e i suoi Stati membri, con l’Italia in prima linea, sono accusati di non intervenire adeguatamente di fronte alle emergenze in mare, lasciando così campo libero alla guardia costiera libica. Quest’ultima, finanziata e equipaggiata con mezzi da milioni di euro, ha il compito di intercettare e riportare indietro chi tenta di fuggire, contribuendo a un sistema di respingimenti che viola i più basilari principi dei diritti umani e del diritto internazionale.
Le milizie libiche, come sottolineato da Castiglione, hanno respinto verso la Libia oltre 3.791 persone dall’inizio dell’anno, perpetuando un ciclo di violenze inaccettabili. La Libia, lontana dall’essere un ‘luogo sicuro’, rappresenta per molti l’inferno da cui tentare di scappare, un contesto dove la violenza e l’abuso sono all’ordine del giorno.
La Situazione a Lampedusa
Intanto, con il miglioramento delle condizioni meteorologiche, gli sbarchi a Lampedusa hanno registrato un’impennata. Nelle ultime ore, sono stati intercettati sei barchini con a bordo 230 migranti. L’hotspot dell’isola, ormai al collasso, ospita oltre 700 persone, segno tangibile di una crisi che non accenna a diminuire. Questo accade mentre la politica e le istituzioni europee sembrano incapaci di trovare una soluzione concreta e umana al problema dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo.
La richiesta di intervento del governo italiano da parte di Mediterranea Saving non è solo un grido di aiuto per proteggere i diritti di chi è in fuga da situazioni disperate, ma anche un appello a rivedere le politiche migratorie e di soccorso in mare. La cooperazione con entità che violano i diritti umani solleva questioni etiche profonde e mette in dubbio gli impegni internazionali assunti in materia di protezione dei rifugiati e dei migranti.
La vicenda della Mare Jonio getta luce su una realtà spesso ignorata o minimizzata, quella di un Mediterraneo diventato teatro di sofferenze indicibili, dove la lotta per la salvaguardia della dignità umana continua ogni giorno. La comunità internazionale è chiamata a riflettere e agire, per non essere complice di queste tragedie.