Il Superbonus 110% e la Speranza delle Zone Sismiche: Il Caso Mantovano
Il recente decreto legge proposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, approvato il 29 marzo, ha introdotto importanti novità per quanto riguarda i bonus edilizi ed energetici, ponendo fine agli sconti in fattura e alla cessione del credito. Tuttavia, una deroga significativa riguarda gli edifici colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, specificatamente quelli dell’Aquila e del centro Italia. Questa decisione ha acceso un faro sulle possibilità offerte dal Superbonus 110% per le zone sismiche, gettando le basi per un dibattito più ampio che coinvolge anche le realtà locali come il Mantovano.
Il parlamentare Andrea Dara (Lega), rappresentante del territorio mantovano, sta monitorando con attenzione l’evoluzione della situazione. Nonostante al momento non emergano dati concreti su richieste di accesso al Superbonus in questa specifica area, l’impegno profuso mira a includere anche il Mantovano tra le zone beneficiarie, in particolare per quanto riguarda gli eventi sismici del 2012. L’obiettivo è chiaro: estendere la deroga a un territorio che, pur non rientrando nei cratere dei terremoti citati nel decreto, ha comunque sperimentato gli effetti di tali catastrofi naturali.
Un Diritti per Tutti: La Lotta per l’Inclusione del Mantovano
La deroga attualmente prevista dal decreto legge consente agli edifici danneggiati dai sismi del 2009 e del 2016, e che non hanno usufruito dei contributi per la ricostruzione, di accedere al Superbonus 110% fino alla fine del 2025. Questa misura, però, lascia fuori altre zone che hanno subito danni a causa di terremoti, come il Mantovano, a seguito del sisma del 2012. Le parole di Dara rivelano un impegno attivo per cambiare questa situazione: «Dalle verifiche effettuate, non abbiamo notizia che siano state presentate pratiche di questo tipo nel cratere mantovano. Tuttavia ci siamo attivati e stiamo lavorando perché la deroga includa anche il sisma 2012».
La mobilitazione non si ferma alla sola figura di Dara. Anche il consigliere Marco Carra manifesta un forte dissenso verso l’attuale configurazione del decreto, percependo una forma di ingiustizia nei confronti dei cittadini del Mantovano, trattati come «cittadini di serie B». La richiesta è chiara: una rivendicazione di equità e di attenzione verso quelle comunità che, pur avendo subito danni significativi a causa di eventi sismici, si trovano ora escluse da misure di sostegno ritenute cruciali per la ripresa e la riqualificazione del patrimonio edilizio.
La Risposta delle Istituzioni e la Richiesta di Giustizia
La situazione del Mantovano solleva questioni più ampie sul ruolo delle istituzioni locali e nazionali nel garantire un trattamento equo per tutte le zone colpite da terremoti. La figura del presidente della Lombardia, oltre che commissario per le zone terremotate, viene chiamata in causa direttamente da Carra: «Mi chiedo che cosa intenda fare il presidente Fontana, che oltre a essere presidente della Lombardia, è commissario per le zone terremotate». La richiesta è quella di un intervento diretto per rimediare a quella che viene percepita come un’ingiustizia, un appello che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti.
La posizione espressa dai rappresentanti del Mantovano evidenzia non solo la necessità di rivedere le misure di sostegno post-sisma in chiave più inclusiva, ma anche l’importanza della solidarietà e dell’unità nel fronteggiare le conseguenze di eventi così devastanti. Il Superbonus 110%, con le sue potenzialità di rilancio per il settore edilizio e di miglioramento dell’efficienza energetica, rappresenta un’opportunità che non dovrebbe essere preclusa in base a criteri geografici o temporali, ma offerta come strumento di equità e di ripresa per tutte le comunità interessate.
Il dibattito sul Superbonus 110% e le deroga per le zone sismiche si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulle politiche di sostegno alle aree colpite da calamità naturali. La situazione del Mantovano diventa emblematica della lotta per un riconoscimento equo delle esigenze di tutte le comunità, indipendentemente dalla loro collocazione geografica o dalla data degli eventi sismici che le hanno colpite. In quest’ottica, la mobilitazione dei rappresentanti locali e la richiesta di attenzione e di giustizia da parte delle istituzioni rappresentano un passo fondamentale verso un approccio più inclusivo e solidale nella gestione delle conseguenze dei terremoti in Italia.