![Violenti scontri a Bologna: la battaglia per il parco Don Bosco 1 20240404 084013](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240404-084013.webp)
Tensioni e scontri a Bologna: la protesta per il parco Don Bosco
La città di Bologna si è svegliata ieri sotto il segno della tensione. Il parco Don Bosco, situato a pochi metri dalla sede della Regione Emilia-Romagna, è stato teatro di violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. L’oggetto della disputa è il progetto di riqualificazione delle scuole Besta, che prevede la costruzione di un nuovo edificio scolastico e, conseguentemente, l’abbattimento di diversi alberi. Nonostante la resistenza dei residenti e degli attivisti, che hanno presidiato l’area nelle ultime settimane, la mattinata ha visto il taglio di 6 o 7 alberi, scatenando la reazione della comunità.
Il contesto è ulteriormente complicato dalla recente decisione del tribunale civile di Bologna, che ha respinto il ricorso presentato dai comitati locali. Questi chiedevano una pausa nei lavori per valutare possibili soluzioni alternative che non prevedessero un così drastico impatto ambientale. La risposta della giustizia, tuttavia, non ha fatto altro che aggiungere benzina sul fuoco della contestazione.
Il bilancio degli scontri e le reazioni
L’intervento delle forze dell’ordine non si è fatto attendere. Blindati di polizia e carabinieri sono giunti sul posto fin dalle prime luci dell’alba, dando il via a un’operazione di sgombero che si è rapidamente trasformata in uno scontro diretto con i manifestanti. Il bilancio parla di diversi feriti tra i protestanti, tra cui un anziano signore portato all’ospedale Rizzoli per accertamenti, e sedici poliziotti contusi, colpiti da pietre e bastoni. La tensione ha raggiunto il picco quando gli attivisti, tra cui esponenti delle frange eco-anarchiche cittadine, hanno eretto barriere utilizzando le reti del cantiere e si sono opposti fisicamente all’avanzata delle forze dell’ordine.
Il confronto tra manifestanti e polizia si è consumato con una crescente intensità, culminando in scene di forte disordine. La polizia, avanzando con le transenne, ha risposto agli ostacoli fisici e agli attacchi con spintoni e manganellate. Tra gli slogan e i cori, non sono mancati attacchi diretti all’amministrazione comunale e, in particolare, al sindaco Matteo Lepore, etichettato dai manifestanti con accuse severe. Al termine della giornata, una decina di manifestanti è stata identificata e ora rischia denunce per resistenza, violenza privata e interruzione di pubblico servizio.
La posizione dell’amministrazione e le critiche
L’assessore ai Lavori pubblici, Simone Borsari, non ha esitato a esprimere una posizione ferma e critica nei confronti degli anarchici coinvolti negli scontri. Le sue parole rivelano una netta condanna dell’atteggiamento violento: ‘Quando sei lì con i bastoni e incappucciato, che cerchi lo scontro con le forze dell’ordine, è chiaro che gli alberi non c’entrano nulla’. Borsari sottolinea anche un aspetto spesso trascurato nel dibattito: a fronte degli alberi abbattuti, l’amministrazione ha pianificato la piantumazione di 100 nuovi alberi, in un tentativo di bilanciare l’impatto ambientale dell’opera.
Nonostante la logica di compensazione ambientale proposta dall’amministrazione, la comunità di attivisti e residenti sembra non accontentarsi. La questione sollevata da Borsari apre un dibattito più ampio sulle politiche ambientali urbane e sulla ricerca di un equilibrio tra sviluppo e conservazione. La sfida che Bologna affronta oggi nel parco Don Bosco riflette un dilemma comune a molte città contemporanee, costrette a navigare tra esigenze di modernizzazione e la crescente domanda di politiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.
La giornata di scontri a Bologna riapre così vecchie e nuove questioni sulla gestione degli spazi verdi urbani e sul diritto dei cittadini di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano il loro ambiente. Mentre il parco Don Bosco torna alla calma, restano aperte le riflessioni su come conciliare progresso e sostenibilità, in un dialogo che sembra essere ancora tutto da costruire.