La pace, un concetto tanto auspicato quanto sfuggente, sembra oggi più lontana che mai. In un mondo segnato da conflitti e divisioni, Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli, propone una riflessione profonda su come affrontare questa realtà. La storica frase “Si vis pacem, para bellum” viene messa in discussione, suggerendo una nuova visione che invoca non la preparazione alla guerra, ma un impegno concreto per la pace.
Riflettendo sulla condizione attuale, Manfredonia evidenzia come la società sia stata indotta a considerare la guerra come un’inevitabilità, o peggio, come unica soluzione ai conflitti. Questa narrazione, però, serve solo a perpetuare un ciclo di paura e distruzione, lasciando sul campo le generazioni più giovani, vittime designate di questa logica bellicista. “Se vuoi la guerra, preparati ad andarci tu, in prima linea!” diventa quindi un monito a ricercare soluzioni alternative, incentrate sulla costruzione di un futuro di pace.
La Paura: Arma di Distrazione di Massa
La paura, come sottolineato da Manfredonia, ha giocato un ruolo centrale nella gestione dei recenti eventi globali, dalla pandemia di Covid-19 alle tensioni geopolitiche. Questo sentimento, lungi dall’essere transitorio, è stato strumentalizzato per indirizzare le economie, influenzare le scelte elettorali e imporre ideologie. Di fronte a questa realtà, l’appello del presidente delle Acli è chiaro: è tempo di dire basta alla paura e di lavorare per garantire un futuro migliore ai nostri giovani, spesso costretti tra il ritiro sociale e un pericoloso sprezzo del pericolo.
Nonostante viviamo in quello che viene descritto come il periodo di pace più lungo della storia, la realtà è che la cosiddetta pace negativa non ha fatto altro che prepararci a nuovi conflitti. La pace vera, quella positiva e costruttiva, sembra essere relegata a un ideale politicamente corretto, ma difficilmente attuabile. Tuttavia, Manfredonia respinge l’idea che la pace possa essere un utopico miraggio, sostenendo la necessità di un impegno attivo e concreto per la sua realizzazione.
Un Nuovo Cammino per la Pace
Contrariamente alla logica “prepararsi alla guerra per ottenere la pace”, Manfredonia propone un approccio rivoluzionario. La pace, secondo il presidente delle Acli, può e deve essere ottenuta attraverso metodi innovativi, che prevedono un ruolo attivo dei governi nel regolare i conflitti sociali e tra Stati senza ricorrere alla violenza. Questo percorso, sebbene richieda sforzi e sacrifici, si presenta come l’unica alternativa valida alla distruzione portata dalla guerra.
Le recenti dichiarazioni di figure politiche di spicco, che sembrano riecheggiare la pericolosa retorica del “para bellum”, sono motivo di preoccupazione per Manfredonia e per l’Associazione che rappresenta. In questo contesto, l’invito a far sentire la propria voce, soprattutto in vista delle elezioni europee, diventa un imperativo. Difendere iniziative come la Legge 185/90 e interrogare i candidati sulla loro posizione riguardo la guerra e la pace diventa un dovere per ogni elettore.
La Matita dell’Urna: Arma di Pace
Manfredonia conclude il suo intervento con un appello alla cittadinanza europea, sottolineando l’importanza dell’impegno civile per la promozione della pace. La matita elettorale viene descritta come l'”arma di pace” per eccellenza, uno strumento potente nelle mani dei cittadini per indirizzare le politiche verso una risoluzione pacifica dei conflitti. In questo modo, ogni voto diventa un gesto concreto verso la costruzione di un futuro in cui la pace non sia più un’utopia, ma una realtà tangibile e duratura.
La visione proposta da Emiliano Manfredonia rappresenta una sfida al pensiero dominante, un invito a ripensare le nostre priorità e i nostri metodi per costruire un mondo più giusto e pacifico. In un’epoca di incertezze e tensioni, il messaggio delle Acli emerge come un faro di speranza, ricordandoci che la pace è possibile, ma richiede il coraggio di immaginare e perseguire un cammino diverso da quello tracciato dalla logica del conflitto.