Il messaggio di pace di Papa Francesco rivolto al mondo nell’Urbi et Orbi
La piazza di San Pietro è stata testimone di un momento di profonda riflessione e appello alla pace mondiale, pronunciati da Papa Francesco nel tradizionale messaggio ‘Urbi et Orbi’. Con una voce che, seppur debole, ha trasmesso un messaggio di forte impatto, il Pontefice ha esortato l’Europa e il Mediterraneo a resistere ai ‘venti di guerra’ sempre più forti, puntando su un disarmo e su un approccio di apertura e solidarietà. ‘Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori’, ha dichiarato con vigore Papa Francesco, affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni della basilica di San Pietro.
Nonostante le sue condizioni fisiche non ottimali, che lo hanno costretto a presiedere la messa pasquale seduto, il Papa ha mostrato una determinazione incrollabile nel portare avanti il suo messaggio di pace. Tra gli appelli più sentiti, quello per la liberazione dei 130 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, per un cessate il fuoco a Gaza, e per il rispetto dei principi del diritto internazionale. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla situazione dei prigionieri tra Russia e Ucraina, auspicando uno ‘scambio generale di tutti i prigionieri’.
La guerra come sconfitta per l’umanità
Il messaggio pasquale di Papa Francesco ha toccato diverse zone di crisi nel mondo, da Gaza, dove ha chiesto l’accesso agli aiuti umanitari e il pronto rilascio degli ostaggi, alla Siria, martoriata da una guerra lunga e devastante. Il Pontefice non ha tralasciato di menzionare il Libano, i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, il Sahel, il Corno d’Africa, e la Regione del Kivu, evidenziando la sua profonda preoccupazione per le famiglie povere, i migranti e chi si trova in situazioni di grave tribolazione.
Particolarmente toccante è stato il suo appello rivolto alla condizione dei bambini nelle zone di conflitto, vittime innocenti che con il loro sguardo interrogativo chiedono ‘perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione?’. ‘La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta!’, ha esclamato il Papa, sottolineando l’urgenza di una riconsiderazione globale del valore della vita umana, spesso disprezzata e vittima di abusi e violenze.
Un richiamo alla solidarietà e al rispetto della vita
Il tema della vita e del suo sacro valore è stato un fulcro del discorso di Papa Francesco, che ha lanciato un accorato appello contro il ‘crescente commercio di essere umani’, evidenziando le tristi realtà di bambini non nati, di vite consumate dalla fame o prive delle cure essenziali. La sua voce, sebbene affaticata, ha trasmesso un messaggio inequivocabile di speranza e di invito all’azione per tutta la comunità internazionale.
Un episodio curioso, ma significativo, ha contrassegnato la celebrazione pasquale: la caduta dell’icona del Cristo risorto, prontamente raddrizzata da due inservienti, simbolo forse dell’instabilità del nostro tempo ma anche della resilienza della fede e della speranza che non deve mai venire meno.
In conclusione, l’appello alla pace di Papa Francesco si è diffuso ben oltre i confini di Piazza San Pietro, raggiungendo cuori e menti in tutto il mondo. Con un messaggio che va al di là delle celebrazioni pasquali, il Papa ha ricordato che la pace si costruisce con gesti concreti di solidarietà, rispetto e apertura verso l’altro, invitando tutti a riflettere sul proprio contributo alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico.