![L'Annunciazione di Tiziano: tra gioventù e maturità, un restauro che rivela segreti nascosti 1 20240402 085702](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240402-085702.webp)
La Scuola Grande di San Rocco a Venezia, celebre per il suo imponente ciclo di opere tintorettiane, custodisce tra le sue mura un tesoro di inestimabile valore, l’«Annunciazione» di Tiziano. Quest’opera, che ha recentemente beneficiato di un attento processo di restauro finanziato da Save Venice con il contributo di Richard K. Riess, torna a splendere, rivelando aspetti inediti della sua complessa genesi. La mostra attualmente aperta al pubblico fino al 3 giugno offre una rara occasione di ammirare da vicino il capolavoro prima del suo ricollocamento.
Un Dono Storico alla Confraternita
La storia dell’«Annunciazione» si intreccia con quella della Scuola Grande di San Rocco e dei suoi illustri membri, tra cui lo stesso Tiziano, che frequentava l’istituzione nel momento in cui il dipinto le fu donato dal «dottor avvocato» Melio nel suo testamento datato 31 ottobre 1555. Quest’opera, la prima a decorare gli ambienti della Scuola Grande, ha attraversato secoli di ammirazione, diventando oggetto di copie e riproduzioni, ma anche di interrogativi critici legati soprattutto alla sua datazione e autografia.
Un Restauro Illuminante
Il recente intervento di restauro, condotto da Giulio Bono tra il 2021 e il 2023, ha offerto risposte a molti di questi interrogativi. Analisi scientifiche, come riflettografie e radiografie, hanno permesso di disvelare la complessa storia dell’opera, evidenziando sia elementi tipici della produzione giovanile di Tiziano sia indicazioni di una più matura revisione. Inizialmente concepita intorno al 1520, sotto l’influenza di Giovanni Bellini, l’opera rimase incompleta per anni, fino a quando Tiziano non la riprese in mano, apportando una serie di significativi “aggiornamenti”. Questi ritocchi, che spaziano nella tecnica e nello stile, escludono un intervento della bottega e confermano la piena autografia del maestro.
La complessità e la profondità delle modifiche apportate da Tiziano all’«Annunciazione» sono testimonianza del suo incessante desiderio di perfezionamento artistico. Il restauro ha non solo riportato alla luce la brillantezza originaria dei colori, ma ha anche rivelato come il manto della Vergine, un tempo quasi nero a causa di un’alterazione probabilmente irreversibile, fosse originariamente di un vivace blu. Questo dettaglio, per lungo tempo nascosto agli occhi degli osservatori, sottolinea l’importanza del restauro nel recuperare la leggibilità e la comprensione delle opere d’arte.
Un Ponte tra le Epochenella Carriera di Tiziano
L’«Annunciazione» si configura così come un vero e proprio ponte tra le diverse fasi creative di Tiziano, offrendo una visione unica sull’evoluzione stilistica e tecnica del pittore. La mostra dedicata al restauro del dipinto non solo celebra il recupero di una delle opere più significative del Rinascimento veneziano ma invita anche a una riflessione più ampia sul valore dell’arte e sulla necessità di preservarla per le future generazioni.
Il restauro dell’«Annunciazione» di Tiziano è un esempio emblematico di come la tecnologia e l’expertise nel campo del restauro artistico possano contribuire a riportare alla luce verità nascoste, offrendo nuove chiavi di lettura di capolavori antichi. Grazie all’impegno di istituzioni e privati mecenati, Venezia e il mondo intero possono riscoprire la bellezza originaria e la complessità storica di questa opera immortale.
L’indagine approfondita e il meticoloso intervento di restauro hanno quindi non solo salvaguardato un patrimonio artistico di inestimabile valore ma hanno anche arricchito la nostra comprensione del genio di Tiziano, riaffermando la sua maestria e la sua capacità di innovazione. L’«Annunciazione», con la sua storia di creazione prolungata e le sue fasi di revisione, emerge come testimonianza vivente della ricerca perpetua dell’artista verso l’eccellenza, evidenziando il dialogo continuo tra arte, storia e scienza.