La polemica sollevata dalle dichiarazioni di Marisa Laurito sulla presenza della camorra a Desenzano del Garda ha acceso i riflettori su un fenomeno che sembra travalicare i confini tradizionalmente associati alla criminalità organizzata. Le parole dell’attrice e conduttrice, che durante un’intervista con Peter Gomez per il programma La Confessione su Rai 3 ha affermato che ‘oggi è a Desenzano che risiede la camorra più importante’, hanno provocato la reazione stizzita dell’amministrazione comunale locale.
Reazione dell’Amministrazione Locale
L’assessore comunale alla sicurezza di Desenzano, Pietro Avanzi, ha prontamente replicato alle affermazioni di Laurito, esprimendo speranza che le sue parole fossero frutto di uno scherzo. ‘Non conosce la nostra realtà’, ha dichiarato Avanzi a Bresciaoggi, sottolineando come in sette anni di amministrazione non abbia mai percepito la presenza tangibile di organizzazioni criminali. L’assessore, esponente di Fratelli d’Italia, ha inoltre minimizzato il problema, parlando di fenomeni di microcriminalità comparabili a quelli presenti in altre aree e negando qualsiasi denuncia relativa a richieste di pizzo.
Una Realità Diversa
Tuttavia, le indagini e i rapporti degli ultimi anni suggeriscono una realtà differente per il territorio del basso Garda, e in particolare per Desenzano. Già nel 2007, l’operazione ‘Mafia sul Lago’ aveva messo in evidenza l’esistenza di alleanze tra diverse organizzazioni mafiose italiane attive nella zona del Garda. Più recentemente, l’inchiesta Glicine Acheronte condotta dalla DDA di Catanzaro contro il clan Megna della ‘ndrangheta ha rivelato conversazioni in cui Mario Megna descriveva la potenza della sua cosca nel Nord Italia. ‘Desenzano, Sirmione, io quando vado là sono il padrone, sono a casa mia’, si legge tra le intercettazioni.
In aggiunta, un progetto di ricerca-azione curato dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano, in cooperazione con Garda sociale, ha evidenziato come l’area del Garda sia particolarmente esposta alla pressione criminale a causa delle sue caratteristiche economiche, geografiche e logistiche. Il monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia ha rivelato un radicamento stabile dei clan di Oppido Mamertina nel basso Garda, con una concentrazione significativa a Desenzano, dove si trovano le principali discoteche del territorio.
Un Problema Non Solo Locale
Queste evidenze rimandano a un quadro complesso, che sottolinea come il problema della criminalità organizzata non sia circoscritto alle tradizionali aree di influenza al Sud, ma si estenda anche al Nord, influenzando aree economicamente floride e turistiche come quella del lago di Garda. La presenza di organizzazioni criminali in queste zone non solo minaccia la sicurezza e l’ordine pubblico ma rischia di infiltrarsi nell’economia locale, compromettendo lo sviluppo e la serenità della comunità.
Una Chiamata al Dialogo
Di fronte a questa realtà, appare evidente la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni, le forze dell’ordine e la società civile. Il riconoscimento del problema è il primo passo per elaborare strategie efficaci di contrasto e prevenzione. La sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio passano attraverso la collaborazione e l’impegno condiviso di tutti gli attori coinvolti.
La controversia sollevata da Marisa Laurito ha dunque il merito di aver riportato l’attenzione su una tematica di rilevanza nazionale, ricordando che la lotta alla criminalità organizzata non può limitarsi a un’azione locale o regionale, ma deve inserirsi in una strategia più ampia che coinvolga l’intero Paese. In questo contesto, la trasparenza, l’informazione e l’educazione giocano un ruolo fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel rafforzare il tessuto sociale contro le infiltrazioni mafiose.