Israele e la strategia di guerra a Gaza
“Settimane fa, l’esercito israeliano ha studiato un piano del tutto funzionale per porre fine alla guerra, spingendo le forze nel rimanente segmento di Rafah della Striscia di Gaza per combattere gli ultimi membri di Hamas e aprendo in contemporanea una via di evacuazione sicura per permettere a più di un milione di palestinesi sfollati da Gaza e da Khan Yunis di tornare a casa.”
L’operazione sarebbe stata cruciale per ridurre le vittime civili, considerando che Hamas usa la popolazione come scudo umano durante gli scontri. Il piano prevedeva scorte di cibo e acqua lungo il percorso degli sfollati per garantire un’evacuazione efficiente. Tuttavia, l’attuazione venne ritardata a causa di varie complicazioni e frizioni interne.
La “frizione” nella guerra di Gaza
“La frizione, concetto introdotto da Von Clausewitz, rappresenta gli ostacoli imprevisti che possono compromettere i piani bellici più solidi.”
Nel caso dell’offensiva a Rafah, diversi fattori contribuirono ai ritardi, come problemi logistici legati alla distribuzione di cibo e munizioni agli sfollati, così come trattative complesse con il Qatar per il rilascio degli ostaggi. Queste complicazioni generarono frustrazione tra i pianificatori militari, mettendo in luce le sfide operative della guerra.
Netanyahu e la gestione della crisi
“Gli strateghi sono alla ricerca di risposte sul perché Netanyahu non abbia dato il via libera all’offensiva a Rafah, con l’opinione che la sua esitazione sia dovuta alla sua leadership rispetto a figure storiche come Ben Gurion.”
La lunga permanenza di Netanyahu al potere suscita crescente dissenso, sia in Israele che all’estero. La sua abilità nel mantenere coalizioni politiche lo ha portato a governare per lunghi periodi, anche se le alleanze con estremisti hanno minato la sua popolarità. Le decisioni politiche di Netanyahu hanno influenzato anche la pianificazione militare, con il ministro Yoav Gallant che ha svolto un ruolo chiave nella gestione dell’operazione a Rafah. La pressione interna ed esterna su Netanyahu per porre fine alla guerra si fa sempre più intensa.